Non sappiamo se la nomina a primario di chirurgia plastica di matteo tutino sia regolare. Ma non ci convince la politica che ha chiesto e ottenuto la testa di giacomo sampieri
Sanità & affari/ Qualche riflessione sul ‘siluramento’ del commissario di Villa Sofia-Cervello
NON SAPPIAMO SE LA NOMINA A PRIMARIO DI CHIRURGIA PLASTICA DI MATTEO TUTINO SIA REGOLARE. MA NON CI CONVINCE LA POLITICA CHE HA CHIESTO E OTTENUTO LA TESTA DI GIACOMO SAMPIERI
Ci saranno tempi e modi per ragionare sulla sanità siciliana. Oggi vogliamo spendere qualche parola per commentare quello che sta succedendo nell’Azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’ di Palermo. Dove il ‘caso’ del primario di Chirurgia plastica, Matteo Tutino, ha di fatto provocato le dimissioni del commissario straordinario, Giacomo Sampieri.
Che sulla sanità pubblica l’approccio degli ultimi due Governi siciliani – quello di Raffaele Lombardo e l’attuale, di Rosario Crocetta – sia sbagliato abbiamo pochi dubbi. Non si può gestire il servizio sanitario pubblico impostando tutta l’azione amministrativa sui tagli, solo perché lo dice Roma che deve obbedire all’Unione Europea che ormai obbedisce alla Germania.
Così la sanità pubblica va allo sfascio. E si vede da quello che l’informazione, in Sicilia, non racconta, o racconta poco. Basti pensare ai posti letto che mancano, ai medici pubblici sottoposti a continui stress, al licenziamento degli infermieri precari, al caos nei Pronto soccorsi e via continuando.
Ma questo con quello che è avvenuto all’Azienda ospedaliere ‘Villa Sofia-Cervello’ c’entra poco. Lì stiamo assistendo alla politica che, con la scusa di un’inchiesta sulla nomina di un primario – che potrebbe anche essere messa in discussione – sta mandando a casa un commissario straordinario – Giacomo Sampieri – che, alla fine, aveva assunto provvedimenti di spessore.
Siamo i primi a dire – e lo ribadiamo ancora una volta – che la sanità pubblica siciliana non può essere gestita a colpi di tagli. Ma un conto è contestare i tagli, altra e ben diversa cosa è mettere in fuori gioco chi ha messo in discussione interessi ‘pesanti’.
Il nostro dubbio – e l’abbiamo già scritto ieri – è che la politica siciliana, in larga parte collusa con la sanità pubblica che alimenta la stessa politica in un ‘gioco’ perverso di dare-avere, abbia colto la palla al balzo per far saltare un commissario che ha creato grossi problemi alle varie consorterie, forse anche massoniche, che, da sempre, infestano la sanità pubblica siciliana.