La manovra bis del Governo Crocetta? Umiliando Corte dei Conti e Commissario dello Stato!

DI FATTO, PRESIDENTE E ASSESSORE ALL’ECONOMIA VORREBBERO UTILIZZARE 300 MILIONI DI EURO COSTRINGENDO DUE ALTE ISTITUZIONI A RIMANGIARSI QUANTO HANNO DETTO FINO AD OGGI! LA RECITA A SOGGETTO DI CERTI ‘IMPRENDITORI’…

Mentre Governo regionale e associazioni imprenditoriali litigano sul nulla – una legge di variazioni di Bilancio fantasma – sorge spontanea una domanda: la politica siciliana rispetta le leggi e le indicazioni della magistratura contabile e della magistratura amministrativa?

La nostra risposta è una: no!

Non si spiega altrimenti quello che sta succedendo in queste ore. Proviamo a riassumerlo.

Il Governo di Rosario Crocetta ha annunciato una manovra economica e finanziaria bis: ovvero la già citata legge sulle variazioni di Bilancio. Il governatore e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, hanno messo in giro la voce che sarebbero disponibili 300, forse 350 milioni di euro.

Presidente della Regione e assessore hanno indicato come intenderebbero utilizzare questi soldi, ma si sono guardati bene dal dire da dove questi soldi arriveranno.

Il capo del Governo, Matteo Renzi, due giorni fa è stato qui in Sicilia. Ma non ha detto che darà alla Regione 300-350 milioni di euro per la manovra bis.

Da dove arriveranno ‘sti soldi? L’ipotesi non può che essere una: dal Bilancio della Regione. Ovvero da quei fondi del Bilancio che non possono essere toccati: le regolazioni contabili, i fondi di riserva e, soprattutto, il fondo rischi.

Qui arriviamo al punto centrale del problema. L’Ufficio del Commissario dello Stato, impugnando una serie di articoli della legge Finanziaria, ha detto a chiare lettere che questi fondi non possono essere toccati. Tra l’altro, l’indicazione sulla costituzione di un congruo fondo rischi per fronteggiare la montagna di residui attivi è arrivata dalla Corte dei Conti.

Ma, a giudicare da quello che noi notiamo, all’attuale Governo regionale, delle indicazioni della Corte dei Conti e dell’Ufficio del Commissario dello Stato non gliene può fregare di meno.

L’anno scorso la Corte dei Conti – a proposito del Bilancio regionale 2013 – ha segnalato al Governo regionale l’urgenza di costituire un congruo fondo rischi. Ma il Governo ha fatto finta di non capire.

Quest’anno il Governo ha fatto la stessa cosa: ed è arrivata una pesante impugnativa alla quale non ci sembra che l’esecutivo si sia opposto rivolgendosi alla Corte Costituzionale.

Nonostante la pesante impugnativa – questo, almeno, è quello che noi desumiamo – il Governo Crocetta ha programmato una manovra da 300-350 milioni di euro con i soldi che non può toccare.

Insomma: Crocetta e l’assessore Bianchi, di fatto, pretendono che l’Ufficio del Commissario dello Stato e la Corte dei Conti si rimangino tutto quello che hanno detto e fatto da un anno a questa parte per consentire al Governo regionale di spendere soldi che non possono essere toccati.

Siamo davanti a una grande manifestazione di arroganza da parte del Governo Crocetta che non ha eguali nella storia dell’Autonomia siciliana.

Anche la ‘lite’ tra Governo regionale e certe associazioni imprenditoriali, a nostro modesto avviso, fa parte di una sceneggiata. Di fatto, queste sigle imprenditoriali (una di queste – Confindustria Sicilia – fa parte del Governo, mentre Legacoop e Cna fiancheggiano lo stesso Governo), reggono il ‘sacco’ a questo Governo.

La ‘recita’ serve soltanto per avallare il fatto – dandolo per scontato – che è possibile utilizzare i 300 milioni di euro bloccati dall’impugnativa. Tutto ciò è indecoroso!

Ci permettiamo di ricordare al Governo regionale e a queste associazioni imprenditoriali abbarbicate ai fondi regionali che l’impugnativa della Finanziaria regionale 2014 non è il frutto  di un capriccio del Commissario dello Stato, ma la risultante di un ragionamento contabile e costituzionale che non può essere aggirato con manovre politiche proditorie e truffaldine.

Queste sigle imprenditoriali che sono parte integrante dell’attuale Governo regionale dello sfascio e le altre sigle dovrebbero prendere esempio dal “Tavolo per le imprese” di Catania che, proprio oggi, organizza un convegno su come creare, nella parte orientale della nostra Isola, una governance unica dei porti.

Questo significa essere imprenditori: essere presenti nel territorio, cercando di affrontare i tanti problemi, ma volando alto.

Detto questo, la sceneggiata su questa manovra bis in barba alla Corte dei Conti ripropone, in tutta la sua drammaticità, il problema della legalità amministrativa nella nostra Regione.

In altra parte del giornale, sempre stamattina, ricordiamo – citando esempi concreti – come l’attuale Governo stia costantemente e reiteratamente violando il Decreto legislativo n. 39 del 2013.

A questa gravissima violazione di una Legge dello Stato fa seguito, adesso, il tentativo di mettere in piedi una manovra imperniata sull’aggiramento di indicazioni espresse dalla Corte dei Conti e dal Commissario dello Stato.

Quello che sta succedendo è veramente incredibile!


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