Il personale dell'ente acquedotti siciliano sul piede di guerra
E.A.S. senza stipendi: i sindacati occupano la sede
IL PERSONALE DELL’ENTE ACQUEDOTTI SICILIANO SUL PIEDE DI GUERRA
“Il personale dellE.A.S., esasperato per la disastrosa situazione in cui da anni ormai annaspa lEnte, in data odierna ha occupato la sede dellEnte”. Lo comunicano, con una nota congiunta i sindacati Cgil Fp, Cisl Fp Palermo, Uil Fpl, Cobas-Codir e Sadirs.
Che spiegano:
“Tale atto scaturisce dalla delusione per le numerose promesse mai mantenute della classe politica, degli amministratori, dei dirigenti degli assessorati interessati, come emerge ulteriormente dalla nota dellAssessorato dellEconomia del 04/03/2014 che, dopo venti giorni di trattativa e di impegni assunti sul pagamento degli emolumenti arretrati, ancora una volta rimpalla le responsabilità al Commissario Liquidatore, in un balzetto che ricade sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie!. Anche se a nostro parere è sempre responsabilità del Commissario liquidatore, avendo disponibilità economiche, a qualsiasi titolo, pagare prioritariamente le dovute spettanze al personale dellEnte. Inoltre i lavoratori si rammaricano per il mancato intervento richiesto al signor Prefetto della provincia di Palermo, dovuto per legge.
“E stata indetta per domani 6 marzo, lassemblea di tutto il personale presso la prefettura di Trapani al fine di informare il Signor Prefetto di detta Provincia che, non essendo stati pagati gli stipendi di gennaio e
febbraio e non intravedendosi soluzioni nellimmediato per quelli a venire, intendono mettere in essere, oltre che loccupazione, altre azioni di lotta che sicuramente aggiungeranno allo sfascio generale dellE.A.S. ulteriori disservizi agli utenti dei 45 Comuni ancora gestiti nelle province di Trapani, Messina e Catania.
In data odierna è pervenuta allE.A.S. lennesimo atto di pignoramento di 43 milioni di euro da parte di una Impresa creditrice che segna il definitivo de profundis e risolve linsipienza della classe politica siciliana sullibrida situazione in cui oggi versa lE.A.S. divisa fra la liquidazione e una fantomatica gestione residuale non più compatibile, sopportabile, sostenibile”.