Ma il Governo Renzi non sembra migliore del Governo Crocetta. Almeno rispetto alla Sicilia

LA REGIONE SICILIANA E’ ALLA FRUTTA. MA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON PUO’ DIRE AI SINDACI: NON AVETTE SOLDI? AUMENTATE LE TASSE COMUNALI. PER FARE QUESTO BASTANO LETTA E MONTI

Alla buon’ora, il presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Leoluca Orlando, forse dopo aver capito che le tre città metropolitane in salsa sicula di Palermo, Catania e Messina verranno ‘bocciate’ dall’Ars (o dall’Ufficio del commissario dello Stato: vediamo che attiva prima…), è finalmente venuto fuori con un comunicato nel quale

Leoluca Orlandi ieri a Villa Niscemi

denuncia lo stato di fallimento dei Comuni. Orlando attacca la Regione di Rosario Crocetta: e fa bene. Tace, o quasi,  sui disastri che ha provocato e continua a provocare il Governo nazionale: e fa male. Nel suo comunicato c’è una condanna al “rinnovato tentativo di far svolgere ai Sindaci il ruolo di esattori di tasse” ma, in attesa di conoscere i dettagli del decreto del Governo Renzi sugli enti locali, sul Premier si mantiene cauto.

Orlando fa bene a ricordare la riduzione dei trasferimenti dalla Regione. Ma non può ignorare i tagli effettuati ai danni dei Comuni dallo Stato. Soprattutto ai danni dei Comuni siciliani, che oltre alle riduzioni che hanno subito tutti gli altri Comuni italiani pagano anche un’applicazione molto singolare della legge sul federalismo fiscale.

Come abbiamo più volte scritto, i tagli effettuati dallo Stato ai Comuni siciliani in applicazione della legge sul federalismo fiscale avrebbero dovuto essere compensati dalla perequazione fiscale e infrastrutturale. Ma su questo punto il Governo Monti, poi il Governo Letta e adesso il Governo Renzi fanno orecchie da mercante.

I Comuni siciliani, in massima parte, sono gestiti male. Sono stati taglieggiati da una gestione truffaldina dei rifiuti confezionata su misura per i privati che gestiscono le discariche. Sono stati in parte penalizzati da una gestione dell’acqua folle, che ha dato ai privati per svariati decenni, in comodato gratuito, importanti infrastrutture idriche pubbliche, rifilando ai siciliani un servizio spesso pessimo con ‘bollette raddoppiate e, in alcuni casi, triplicate.

Per non parlare delle assunzioni di personale a ruota libera, che nel caso dell’acqua sono state effettuate dai privati (anche se, adesso, il personale assunto dalle società private di Palermo e Siracusa, non si capisce bene con quali soldi, dovrebbe finire a carico della Regione), ma nel caso degli Ato rifiuti sono state effettuate dagli stessi Ato rifiuti, naturalmente senza concorsi, 13 mila unità o giù di lì che dovrebbero essere pagate da una Regione fallita. Follie su follie.

Se a questo aggiungiamo i tagli della Regione e dello Stato, la ‘frittata’, per i Comuni siciliani, è fatta.

Però, prendersela solo con il Governo Crocetta non è serio. Sul fatto che tale Governo sia inadeguato, beh, non ci piove. Sul fatto che non ci sia ancora una manovra finanziaria bis ben delineata, dopo l’impugnativa dell’Ufficio del Commissario dello Stato, non ci sono dubbi.

Di questa manovra – che in realtà non sarebbe altro che una legge di variazioni di bilancio – si sa soltanto che il Governo Crocetta vorrebbe prendere circa 300 milioni di euro dal fondo rischi. In pratica, vorrebbe ripercorrere la stessa strada già censurata dall’Ufficio del commissario dello Stato. L’ennesima follia.

D’accordo: il Governo Crocetta, se imboccherà questa strada, andrà a sbatere per la seconda volta e finalmente la Regione verrà commissariata.

D’accordo sullo sfascio di una Regione allo sbando. Ma lo Stato che fa? Il Governo Renzi che cosa sta facendo? Ai Sindaci di tutt’Italia ha detto: non avete soldi? aumentate le tasse. E questo è un modo di governare? E’ tutta qui la bravura del nuovo capo del Governo? Nell’aumentare le tasse ai cittadini già tartassati da Imu, Irpef  (in Sicilia ai massimi livelli), Irap (anche in questo caso, nella nostra Isola sempre ai massimi livelli) e via continuando?

Davanti a tutte queste tasse che stanno strangolando gl’italiani Renzi s’insedia e propone altre tasse, dando – di fatto – mandato ai Comuni di continuare a tartassare gl’italiani? Ma che bisogno c’era, allora, di un Governo Renzi? Per questo bastava Letta. Meglio ancora il professor dei professor delle tasse, al secolo Mario Monti.

Ma se l’esordio di Renzi, a livello nazionale, non è dei migliori, verso la Sicilia non registriamo alcuna apertura. Mercoledì il Presidente del Consiglio sarà a Siracusa. Chissà, magari trova qualcuno che gli ricorda che la Sicilia, con lo Stato italiano, sul fronte finanziario e fiscale, ha un contro aperto da decenni.

Ci sono da applicare gli articoli 37 e 38 dello Statuto. C’è da dare alla Sicilia la già citata perequazione fiscale e infrastrutturale legata al federalismo fiscale. E c’è da restituire, alla nostra Regione, tutti i fondi della sanità che dal 2008, ogni anno, anticipiamo noi siciliani.

Ricordiamo, ancora una volta, che in tre anni, dal 2006 al 2009 la quota di compartecipazione della Regione siciliana alle spese della sanità è passata da circa il 42 per cento a circa il 50 per cento. In cambio avremmo dovuto avere una quota delle accise sui prodotti petroliferi. Ma da cinque-sei anni il riconoscimento di ciò che ci spetta per legge viene bloccato dalla Conferenza Stato-Regione. Un raggiro ai danni dei cittadini siciliani.

Queste cose avrebbe dovute dirle il presidente Crocetta, che invece preferisce acchiappare le farfalle delle Province che ha già martoriato con un disegno di legge che è peggiore del suo stesso Governo: e, credeteci, il che è dire!

Anche l’ANCI Sicilia dovrebbe intestarsi questa battaglia. Paolo Amenta, in verità, aveva iniziato a porre questi. Ma la presidenza dell’ANCI Sicilia gli è stata tolta da una congiura di palazzo dei ordita dai vari Orlando, Enzo Bianco, Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia. Tutti uniti, meno di un mese fa, per andare a sbattere – e siamo arrivati ai nostri giorni – sul fallimento delle tre assurde città metropolitane.

Oggi siamo al dunque. La Regione non c’è più. Ormai è una fiction. Ma lo Stato c’è ancora. Non tutto intero, visto che una parte è stato ceduto a Bruxelles. Ma una parte dello Stato ancora c’è. Da questo Stato la Sicilia – con la Regione in piedi o commissariata – vuole solo ciò che le spetta: applicazione dello Statuto e sblocco dei fondi della sanità e del federalismo fiscale dalle ‘grinfie’ della Conferenza Stato-Regione.

Se mercoledì, a Siracusa, si discuterà di questo, bene. Ma se Renzi deve venire in Sicilia per ‘incoronare’ Davide Faraone ‘vicerè’ e futuro presidente della Regione, rimandando i fatti concreti a chissà quando, allora sappia che i siciliani non sono scemi e, nella situazione in cui è ridotta la Sicilia, vonnu viriri a spisa…  

 


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