Appello di Giampiero Trizzino a Leoluca Orlando: “Bloccare la sanatoria edilizia equivocata su un parere del Cga”

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE DELL’ARS, ESPONENTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE, CHIEDE AL NEO PRESIDENTE DELL’ANCI SICILIA DI FERMARE I SINDACI SICILIANI CHE RISCHIANO DI MASSACRARE IL TERRITORIO. IL CASO DI PALERMO E LE PREOCCUPAZIONI DI NADIA SPALLITTA

Tutto è cominciato dal terrazzo di una sperduta abitazione di Milazzo, in provincia di Messina. Da questo parere rilasciato a proprietario di questa casa dal Consiglio di giustizia amministrativa (Cga), la solita politica siciliana potrebbe far partire una sanatoria in tutta la Sicilia. Sino i paradossi di una terra dove il diavolo è sempre dietro l’angolo.

Sembra – così si racconta – che equivocando su un parere che il Cga non ha certo concesso per consentire alla politica siciliana una deroga alle leggi nazionali e regionali del settore urbanistico, la politica siciliana stia provando a costruire una bella sanatoria edilizia con i ‘baffi’. Possibile?

Si narra che il Sindaco di Acireale avrebbe già aperto i ‘giochi’. E altri Sindaci starebbero per seguirlo. Il timore, insomma, è quello di una sanatoria edilizia sulle aree considerate di inedificabilità relative: aree cittadine, collinari, montane. Dovrebbero essere escluSe le aree ad inedificabilità assoluta: e cioè le aree entro i 150 metri dalla battigia.

A Palermo, così si racconta, i mafiosi starebbero già ‘festeggiando’. Perché sono convinti – a nostro parere a sproposito – che la Commissione Urbanistica prima e il Consiglio comunale dopo sarebbero pronti ad approvare una sconcezza del genere. Notizia che, infatti, a noi risulta priva di fondamento.
Sembra, infatti, che i vertici della Commissione Urbanistica e del Consiglio comunale di palermo avrebbero già detto “no” a un atto di ‘pirateria’ amministrativa che coprirebbe di ridicolo Palazzo delle Aquile! Insomma, non si può recepire un ‘codicillo’ per utilizzarlo come strumento di sanatoria edilizia generalizzata. Sarebbe un atto da Palermo anni ’50-’60 del secolo passato.

In ogni caso, il presidente della Commissione Ambiente dell’Ars, il grillino Giampiero Trizzino, fa appello al neo presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, per ‘stoppare’ la corsa alla riapertura delle istruttorie che rischia di concretizzarsi con la semplice adozione di un parere del Cga”.
“Cosa già avvenuta ad Acireale. “In Sicilia – dice il deputato Trizzino – abbiamo oltre 700 mila domande giacenti, rischiamo la barbarie. Non si utilizzi un semplice parere per bypassare la legge nazionale. Abbiamo già presentato un disegno di legge per fare chiarezza”.

“I Comuni non utilizzino un semplice parere amministrativo per fare partire la corsa alla sanatoria selvaggia – aggiunge il parlamentare che, tra le altre cose, è anche presidente della Commissione Ambiente dell’Ars -. Non abbiano fretta, aspettino la legge che fugherà ogni dubbio, riallacciandosi alle normative nazionali. Abbiamo già presentato il disegno di legge relativo e farò di tutto per portarlo in Aula in tempi strettissimi”.

“Orlando à dice Trizzino – si è sempre espresso per la difesa del territorio, ora sensibilizzi i Comuni, a partire da Palermo, il cui Consiglio deve pronunciarsi in questi giorni sul parere del Cga. Lo stoppi e cerchi di stoppare negli altri Comuni la corsa al disastro”.

Sulla vicenda interviene anche la vice presidente del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta.
“Il parere del Cga – precisa ancora Trizzino – che potrebbe cambiare il volto alla Sicilia è il risultato del ricorso di un privato al presidente della Regione, che ribalta la normativa vigente sintetizzata in una sentenza della Corte di Cassazione del 2009, che escludeva da sanatoria tutti quegli immobili costruiti ex novo, non solo nelle aree in cui insiste un vincolo di inedificabilità assoluta, ma anche in quelle aree in cui grava un vincolo di inedificabilità relativa. La pronuncia dei giudici cassazionisti ha inoltre precisato che per queste ultime gli unici interventi sanabili sono quelli di edilizia di minore rilevanza, quali il restauro, il risanamento conservativo e la manutenzione straordinaria”.

Sulla vicenda interviene anche la vice presidente del Consiglio comunale di palermo, Nadia Spallitta.
“Condivido la preoccupazione, espressa oggi dal presidente della Commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, Giampiero Trizzino, rispetto agli effetti pesanti che un parere del Consiglio di giustizia amministrativa, emesso nel 2012 e relativo alla sanabilità di immobili abusivi in aree vincolate, potrebbe avere sul territorio siciliano e su quello palermitano. Per questo motivo ho chiesto al Sindaco di Palermo di temporeggiare nell’adozione della direttiva di recepimento di questo parere, che generalizzerebbe il principio di sanabilità degli abusi commessi in aree sottoposte a vincolo”.

“Secondo il Cga, infatti – osserva ancora Nadia Spallitta – il condono edilizio, previsto dalla legge nazionale numero 326 del 2003, in virtù della competenza esclusiva in materia urbanistica di cui gode la Sicilia, consentirebbe, solo per la nostra regione, la possibilità di sanare nuove costruzioni o interventi di ristrutturazione, ricadenti su immobili gravati da vincoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici. Nel resto d’Italia, invece, il condono su immobili vincolati è rigorosamente limitato agli interventi di restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria, a condizione che l’intervento sia conforme allo strumento urbanistico vigente e previo parere dell’organo o Ente, preposto al vincolo stesso. In altri termini, le ipotesi di sanatoria, nel caso di vincoli sul territorio nazionale, sono rare e di portata limitata”.

“Il parere del Cga – continua- emesso in relazione ad un ricorso straordinario di un privato si discosta per molti aspetti dalla posizione assunta dall’Ufficio legislativo della Regione siciliana, dalle direttive emanate dall’assessorato regionale all’Ambiente e Territorio – da ultimo circolare del gennaio 2013 – dalle sentenze del Tar Sicilia e della Cassazione penale, per i quali opera, pacificamente in Sicilia, in tutta la sua portata e con i limiti di sanabilità per gli immobili vincolati la legge nazionale 326/2003 (art. 32)”.

“Del resto la stessa Corte Costituzionale – prosegue la vice presidente del Consiglio comunale di Palermo – con successive decisioni, dal 2004 e in tempi più recenti nel 2009, ha affermato il principio secondo il quale la materia del governo del territorio connessa con i condoni, e quindi con l’individuazione di fatti penali, è di stretta competenza dello Stato e di conseguenza anche le Regioni a Statuto speciale devono uniformarsi”.

“In Sicilia la legge regionale numero 15 del 2004 – sottolinea ancora Spallitta – ha recepito la legge 326 e, tuttavia, se tale recepimento è stato poco chiaro, dando luogo a dubbi interpretativi (sfociati, tra l’altro, nel citato parere del Cga), ben venga un disegno di legge, come preannunciato dal Movimento Cinquestelle, che uniformi il condono siciliano a quello nazionale”.

“Diversamente, estendendo la portata del condono – prosegue Nadia Spallitta – le centinaia di migliaia di costruzioni abusive su immobili vincolati, ad esempio in zone collinari o sulla costa, che, pur in mancanza di un divieto di inedificabilità assoluta, sono, tuttavia, in grado di danneggiare la bellezza del paesaggio in modo irreparabile, potrebbero essere sanate. Gli effetti potrebbero essere devastanti considerando che in Sicilia sono circa 800 mila le istanze di sanatoria presentate di cui 60 mila solo nel territorio della città di Palermo”.

“Per questo motivo – conclude- ritengo che la materia debba essere trattata con la necessaria cautela a salvaguardia di bellezze panoramiche e beni collettivi, che, altrimenti, potrebbero essere irrimediabilmente deturpate, senza considerare i rischi idrogeologici in alcune parti del territorio, e ritengo altresì indispensabile che venga assunta una chiara posizione politica regionale e locale sul governo del territorio”.

 


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