Ars, l’ultima follia: la proroga dei precari dentro la Finanziaria…

E’ L’UNICO MODO PER FAR APPROVARE DA SALA D’ERCOLE LA MANOVRA TRA LA FINE DI DICEMBRE E I PRIMI DI GENNAIO. CHI PAGHERA’ I 300 MILIONI DI EURO E OLTRE CHE SERVONO PER STIPENDIARE IL PRECARIATO NEL 2014? I PIU’ DEBOLI: I POVERI, GLI ANZIANI, I MALATI, I MINORI A RISCHIO, I MALATI PSICHIATRICI. CON LA PROBABILE SOPPRESSIONE DI CIRCA 200 COMUNI. COSI’ HANNO DECISO PD, UDC, ARTICOLO 4, NUOVO CENTRODESTRA E MEGAFONO DI CROCETTA

L’ultima follia della politica siciliana è la Finanziaria 2014 ‘cucita’ su misura per i precari. A questo grado di abiezione politica e amministrativa non si era mai arrivati. Mai la Regione era caduta così in basso. Il fondo lo sta toccando con il Governo di Rosario Crocetta e con un’Assemblea regionale siciliana di ‘anime morte’ che, come ora proveremo a raccontare, sta sacrificando il futuro di 200 Comuni – e la salute di migliaia e migliaia di anziani e deboli – per tenere ancora in piedi il ‘circo equestre’ di un precariato che diventa ogni giorno sempre più insopportabile per le ‘finanze’ della nostra Isola. Ma andiamo ai fatti.
Stando a indiscrezioni, a questo finale politicamente folle si sarebbe arrivati dopo il diktat dell’Ufficio del Commissario dello Stato. Niente proroga per i 24 mila precari degli enti locali (che forse potrebbero essere di più) senza copertura finanziaria, avrebbe fatto sapere il Commissario dello Stato. E la copertura non può che arrivare dall’approvazione della manovra economica e finanziaria 2004.
Però c’è un problema: il 31 dicembre di questo mese scadono i contratti dei precari. E allora? Nulla di più semplice per la politica siciliana: ‘infiliamo’ la proroga dei precari degli enti locali nella Finanziaria! Di fatto, l’Ars si accinge ad esaminare una manovra – Bilancio e Finanziaria – a tamburo battente.
Sono tanti i parlamentari che nutrono profonde perplessità verso una manovra fatta con i piedi. Dove non esiste – ormai per definizione – nemmeno la certezza delle entrate. Ma nessuna forza politica vuole perdere l’aggancio con il precariato: con i 24 mila precari degli enti locali e con gli altri precari sparsi tra uffici ed enti regionali.
In questo passaggio politico si consuma tutta l’illusione del PD, dell’Udc, di Articolo 4, del Nuovo centrodestra di Alfano e del Megafono. Sanno, i dirigenti di questi scalcagnati Partiti, che non hanno alcuna speranza di intercettare i voti del dissenso sociale, in Sicilia ormai ai massimi livelli. Sanno che gli unici in grado di intercettare la protesta sono i grillini, anche alla luce del fallimento organizzativo dei Forconi in Sicilia. Così sperano di recuperare voti nel grande bacino degli 80 mila precari dell’Isola.
Questa, almeno, è la speranza – o l’illusione, a seconda dei punti di vista – dei dirigenti siciliani di PD, Udc, Articolo 4, Nuovo centrodestra di Alfano e Megafono. Partiti che stanno impostando le loro speranze elettorali delle prossime europee (previste nel maggio del prossimo anno) sul precariato. Di fatto, come scriviamo spesso. una mega operazione di voto di scambio. 
Chi pagherà per mantenere in piedi il precariato siciliano? Con un Bilancio ‘ingessato’, fatto per il 90 per cento e forse più di spese correnti, per trovare 300 e passa milioni di euro per pagare un anno di stipendi ai soli precari degli enti locali bisogna scippare i soldi ad altre categorie. A chi?
In prima battuta il Governo ha cercato di ‘grattare’ 50 milioni di euro ai forestali. Lì, però, ha toccato duro. E allora ha fatto una mezza marcia indietro. Mezza e non tutta. Infatti, se da un lato Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno fatto sapere con soddisfazione ai propri operai forestali iscritti che il Governo regionale non scipperà più 50 milioni di euro, dall’altro lato lo stesso Governo Crocetta (con l’accordo, sottobanco, di Cgil, Cisl, Uil e Ugl) sta scippando comunque ai forestali da 20 a 25 milioni di euro (nella speranza che gli operai della forestale non si accorgano dello scippo).
Ma questi soldi, ovviamente, non basteranno. A chi togliere il grosso delle risorse finanziarie per pagare i precari? PD, Udc, Articolo 4, Nuovo centrodestra e Megafono hanno già deciso: ai più deboli. A pagare il peso maggiore del costo del precariato saranno tutti i soggetti che usufruivano della cosiddetta spesa sociale: anziani, portatori di handicap, minori a rischio, malati psichiatrici. Insomma: tutta gente che non si può difendere.
Persone che la Regione si accinge a penalizzare direttamente e, soprattutto, indirettamente: a questo serve, infatti, il taglio secco di 150 milioni di euro rifilato ai Comuni dell’Isola. Messi alle strette, i Sindaci non potranno che fare quello che hanno già fatto quest’anno: tagliare i fondi ai servizi sociali: cioè a chi non si può difendere.
Attenzione: la manovra sui Comuni è duplice. PD, Udc, Articolo 4, Nuovo centrodestra e Megafono, oltre a colpire i più deboli, con questo taglio indiscriminato, si preparano, tra gennaio e febbraio del prossimo anno, ad abolire circa 200 Comuni.
Quando si illustrano Bilancio e Finanziaria, come sempre, parlano i numeri. Che non possono essere smentiti o confutati. Negli ultimi due anni il Fondo regionale per le Autonomie locali è passato da circa 900 milioni di euro a 450 milioni di euro. Con un taglio secco del 50 per cento.
Con la Finanziaria 2014 il Governo e l’Ars tolgono ai 450 milioni dei Comuni altri 150 milioni per pagare lo stipendio ai precari.
Una scelta che, come già accennato, costringerà i Comuni a tagliare i servizi sociali ai più deboli (a proposito: ma i cattolici che siedono tra i banchi di Sala d’Ercole che fine hanno fatto? se dovesse arrivare un appello dei vescovi siciliani per i più deboli – cosa auspicabile – che faranno? si nasconderanno?). Ma che metterà molti Comuni nell’impossibilità di andare avanti.
Anche su questo fronte la politica siciliana sembra aver scelto: a pagare saranno i piccoli Comuni, che molto probabilmente verranno lasciati morire per mancanza di soldi. La maggiore quota di compartecipazione all’Irpef inserta in Finanziaria è una presa in giro. Per due motivi. Proviamo a illustrarli.

In primo luogo, va detto che la manovra che l’Ars si accinge ad approvare è pesantemente depressiva. Una manovra che provocherà non recessione – che c’è già – ma depressione economica. Roma, al di là delle fandonie scritte nella manovra, non si prenderà dal Bilancio della Regione siciliana solo 500 milioni di euro: si prenderà da un miliardo a un miliardo e 200 milioni di euro. Soldi che usciranno dal flusso finanziario della Sicilia provocando una riduzione dei consumi e un aumento della disoccupazione.
Di più: i 300 e passa milioni di euro che Governo e Ars contano di trovare tra forestali (25 milioni di euro), Comuni (150 milioni di euro) e, in generale, colpendo famiglie e imprese (il resto delle somme che occorrono per arrivare ai 300 e passa milioni di euro), resteranno sì nel ‘flusso’ siciliano’, ma verranno tolti dalle tasche di altri siciliani: cosa, questa, che comporterà un’ulteriore riduzione della domanda al consumo e un ulteriore incremento della disoccupazione.
Una regola elementare dice che se il sistema economico va giù – e in Sicilia il sistema non va giù: precipita – il gettito fiscale si riduce. E infatti, con questo scenario, nel 2014 il gettito Irpef, in Sicilia, precipiterà.
Siamo arrivati al secondo motivo per il quale l’aumento di quota di compartecipazione che la Regione assegna ai Comuni per fargli recuperare le risorse è una presa per i fondelli: perché con tutto l’aumento della quota di compartecipazione, i Comuni siciliani, il prossimo anno, incasseranno meno di quanto hanno incassato quest’anno.
Da qui la prospettiva, tutt’altro che remota, della soppressione di almeno 200 tra piccoli e medi Comuni.
E allora? E allora coraggio caro Governo Crocetta e cari deputati dell’Ars: preparatevi a massacrare le fasce più deboli della popolazione, preparatevi a eliminare 200 Comuni, preparatevi a togliere altri soldi a famiglie e imprese della Sicilia per mantenere i precari. Tutto è già pronto: lunedì 23 dicembre si torna in Aula, a mezzogiorno del 24 fine del tempo disponibile per presentare gli emendamenti al Bilancio; il 28 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti alla Finanziaria, fare presto in Commissione Bilancio e Finanze e poi tutti in Aula per massacrare poveri, anziani, malati, minori a rischio, malati psichiatrici, famiglie, imprese e Comuni…


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