Stamattina la mozione di sfiducia al Governo Crocetta da parte dei grillini. I retroscena (e i dolori) di Pdl e PD

LA MOSSA DEL MOVIMENTO 5 STELLE FA EMERGERE LE CONTRADDIZIONI POLITICHE (E AFFARISTICHE) DI PD E PDL

Stamattina il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle presenta la mozione di sfiducia al Governo regionale di Rosario Crocetta. Già i fans dell’esecutivo, che sono ben organizzati, mettono le mani avanti, spiegando con sussiego che il Governo è in una botte di ferro.

Perché – ci dicono – i ‘numeri’ per mandare a casa uno dei peggiori Governi della storia dell’Autonomia siciliana non ci sono.

Noi non sappiamo se questo scalcagnato Governo andrà a casa, ma sappiamo con certezza due cose.

La prima cosa è che il Governo Crocetta, in Aula, non ha una maggioranza. E se non ha una maggioranza e non va a casa il motivo è semplice: perché la maggioranza (che in questo caso è tale) degli ‘inquilini’ di Palazzo Reale non ha alcuna intenzione di rinunciare alla ‘panella’: cioè ai 20 mila euro a testa che ogni deputato di sala d’Ercole si porta a casa ogni mese.

Ci dispiace per i commentatori – probabilmente ‘interessati’ – ma i parlamentari dell’Ars che non voteranno la sfiducia al Governo Crocetta non lo faranno per motivazioni ‘politiche’: non voteranno la sfiducia per una questione molto più terra terra: il vil denaro.

Il resto sono minchiate.

La seconda cosa, invece, è molto ‘politica’. Questa mozione di sfiducia punta a colpire al cuore le due formazioni ‘politiche’ che oggi governano l’Italia: il Pdl e il PD.

Dai sondaggi – ai quali noi non crediamo, ma che esistono – viene fuori non soltanto che il Movimento 5 Stelle è in crescita, ma che a tenere, e bene, è anche il Pdl. Non, ovviamente, il Pdl dei ‘traditori’ di Angelino Alfano, ma quello di Berlusconi.

La mozione di sfiducia sta facendo emergere le contraddizioni del Pdl siciliano. Non a caso, ieri, i vertici di questo Partito hanno organizzato una penosa conferenza stampa nel corso della quale hanno provato, senza riuscirci, ad arrampicarsi sugli specchi.

Il Pdl ha chiesto ai grillini di rinviare di tre mesi la presentazione della mozione di sfiducia. Una bizzarra moratoria nell’interesse – hanno provato a spiegare i parlamentari del Pdl – della Sicilia. Tutte balle.

Se c’è una cosa che in questo momento la politica siciliana non tutela, ebbene, questi sono proprio gli interessi della Sicilia e dei siciliani. Al Governo e all’Ars i politici siciliani, oggi più di ieri, si fanno solo i cavoli propri.

La politica siciliana, dal 1947 ad oggi, ha brillato solo in pochi momenti. Ma oggi, tra Palazzo d’Orleans e Palazzo Reale, c’è solo un grande buio.

A dimostrarlo non sono solo i politici – e le mogli dei politici – che intasano e succhiano soldi al mondo della formazione professionale. E’ tutta la politica siciliana, oggi, in quasi tutti i settori della vita pubblica, che fa oggettivamente schifo.

Sono penosi i 90 parlamentari dell’Ars che si rifiutano di portarsi a casa, ogni mese, meno di 20 mila euro. E’ penosa la legge regionale dello scorso anno, non impugnata dall’ufficio del Commissario dello Stato, che ha esteso agli assessori regionali ‘tecnici’ le indennità dei parlamentari di Sala d’Ercole (i parlamentari regionali almeno sono eletti: ma gli assessori ‘esterni’ chi li ha eletti? perché debbono godere dello stesso trattamento economico dei parlamentari? non è una vergogna?).

Sono penosi i politici che hanno interessi diretti nella gestione privata dell’acqua. Sono penosi i politici che hanno interessi diretti nella gestione delle discariche (in combutta con certi ‘Professionisti dell’Antimafia’). Sono penosi i politici che hanno interessi diretti nelle pale eoliche e negli impianti fotovoltaici. Sono penosi i politici che hanno interessi diretti nella gestione dei fondi europei (per esempio, nei fondi europei destinati all’agricoltura).

Sono penosi quei politici che hanno interessi diretti negli appalti per le strade e le autostrade. Sono penosi quei politici che hanno interessi diretti nelle forniture sanitarie. Sono penosi quei politici al soldo dei grandi gruppi industriali che inquinano la Sicilia e pagano le imposte nel Nord Italia.

L’elenco potrebbe continuare. Perché, ormai, non c’è settore della vita pubblica siciliana dove non ci siano politici che, di fatto, si sono sostituiti ad altri soggetti sociali nella gestione di beni, servizi e provvidenze pubbliche.

La verità è che, ormai, questo fenomeno è così esteso che dovrebbe essere oggetto di accurati studi da parte dei sociologi.

In un contesto del genere, una forza politica non può chiedere il rinvio di una mozione di sfiducia nell’interesse della Sicilia. Perché questo offende l’intelligenza delle persone.

Ieri l’onorevole Nino D’Asero, capogruppo del Pdl, avrebbe dovuto raccontare la verità. E la verità è che, mezzo Pdl siciliano – e D’Asero fa parte di questa metà – appoggia il Governo Crocetta. Anzi, lo scorso anno, ha pure votato per Crocetta presidente della Regione.

Ci riferiamo – lo scriviamo spesso – alla corrente del Pdl che fa capo al senatore Giuseppe Firrarello e a Giuseppe Castigione. I due hanno anche un posto in Giunta garantito dall’Udc di Giampiero D’Alia.

Firrarello e compagni, in questa fase, tengono un piede nel Governo. Ma con l’altro piede stanno ancora nel Pdl. In attesa degli eventi. Perché sanno – lo dicono i sondaggi – che il sistema di potere di Berlusconi è ancora in piedi. E che potrebbe addirittura vincere le prossime elezioni politiche (lui o chi per lui), che non sono lontane, alla luce dei disastri che stanno combinando Letta e Alfano, veri e propri dilettanti allo sbaraglio.

La mozione di sfiducia costringe il Pdl a scegliere. E questo per chi fa politica all’insegna dell’ambiguità non va bene. La verità è che il Pdl siciliano, con l’appoggio al Governo Crocetta, acclarato dalla conferenza stampa di ieri, si è sputtanato. Definitivamente.

Non va meglio nel PD siciliano. Fino a sette giorni fa ‘sparato’ contro il Governo Crocetta per il mancato chiarimento politico e oggi silente. I tre quarti di questo Partito, in Sicilia, non condivide nulla di Crocetta e dei suoi pericolosi e temerari alleati, il senatore Giuseppe Lumia e il ‘capo’ di Confindustria Sicilia, Antonello Montante con il suo grumo di interessi.

I vertici di questo Partito hanno provato a spezzare il sistema di potere di Crocetta-Lumia-Montante. Ma non ci sono riusciti. Perché, a sorpresa, il gruppo dei renziani siciliani ha deciso di appoggiare l’attuale Governo regionale.

I rappresentanti dei renziani siciliani, per giustificare la propria scelta indecente, dicono che sono Crocetta e Lumia che hanno deciso di votare Renzi nella corsa alla segreteria nazionale del PD.

E’ una scusa che – sempre rispetto all’umana intelligenza – non è meno offensiva del Pdl siciliano che chiede il rinvio della mozione di sfiducia nell’interesse della Sicilia.

Renzi, per essere eletto segretario nazionale del PD, non ha bisogno dei voti dei quattro gatti del Megafono. L’accordo tra renziani da una parte e Crocetta, Lumia e Montante dall’altra parte è stato fatto qui in Sicilia. Su affari siciliani. Affari e non politica. Perché la politica, oggi, in Sicilia, non è fatta di politica, ma di affari.

Affari che, con molta probabilità, si collegano, nel lungo periodo, a un ipotetico Governo nazionale, ammesso che il PD vinca le prossime elezioni politiche che, lo ribadiamo, non sono lontane.

 


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