C'è un nuovo braccio di ferro tra la regione siciliana e il getty museum. Lo stesso che per 25 anni si è tenuto la dea di morgantina, la statua attribuita alla scuola di fidia rubata dai tombaroli e per 'magia' finita a losa angeles. Solo nel 2011, la dea è tornata a casa sua, ad aidone, nell'ennese.
Nuovo braccio di ferro Sicilia-Getty Museum
C’è un nuovo braccio di ferro tra la Regione siciliana e il Getty Museum. Lo stesso che per 25 anni si è tenuto la Dea di Morgantina, la statua attribuita alla scuola di Fidia rubata dai tombaroli e per ‘magia’ finita a Losa Angeles. Solo nel 2011, la Dea è tornata a casa sua, ad Aidone, nell’ennese.
Adesso la querelle riguarda un centinaio di antichi tesori con cui è stata allestita la mostra «Sicilia: arte e invenzione tra Grecia e Roma», in calendario alla Villa Getty di Los Angeles fino al 19 Agosto. La rassegna mette insieme capolavori dell’arte antica provenienti dall’isola cara a Demetra, datati fra il quinto e il terzo secolo avanti Cristo. Da Settembre a Gennaio, la mostra si dovrebbe spostare al Museo di Cleveland.
A scoppio ritardato, la Sicilia si è accorta, che l’assenza di questi beni dai musei siciliani, stava danneggiando il turismo culturale. E li ha richiesti indietro.
Ma, i signori del Getty non ne vogliono sapere. Lo apprendiamo dal Los Angeles Times (non certo dall’assessore ai Beni Culturali, Mariarita Sgarlata per la quale c’è chi pensa di rivolgersi a A chi l’ha visto) che riporta le lamentele di Ron Hartwig, responsabile per la Comunicazione del Getty, a proposito dei costi che il Museo dovrebbe sostenere per la mancata esposizione a Cleveland.
Non solo. Dal Museo di Los Angeles, fanno sapere che questo ‘sgarro’ potrebbe compromettere i futuri progetti di collaborazione con la Sicilia (l’accordo risale al 2010). Insomma, se non è una minaccia….
Cosa fa dunque la nostra ‘assessora’ regionale ai Beni Culturali? La stessa che doveva proteggere i siti archeologici (vedi il progetto del rigassificatore alle spalle della Valle dei Templi, sul quale non ha detto una parola) e i musei siciliani (completamente allo sfascio)? Ha mandato al Cleveland Museum una nuova proposta affinché i tesori siciliani possano continuare ad essere esposti negli Usa:
“Emiliano Colomasi, press spokesman for Sicily’s top culture minister, Mariarita Sgarlata, said Sicily has submitted a plan to the Cleveland museum that would allow the show to open as scheduled, according to the Cleveland Plain Dealer.
Ovvero, per chi non avesse dimistichezza con l’inglese: “Emiliano Colomasi, portavoce nei rapporti con la stampa, dell’Assessore regionale, Mariarita Sgarlata, ha detto che la Sicilia ha inviato un piano al Cleveland Museum che potrebbe consentire alla mostra di essere allestita così come previsto”.
E ancora:
“Assessor Sgarlata has made an economic proposal to the Cleveland Museum of Art to guarantee the exhibition in Cleveland – Colomasi wrote in an email to the Plain Dealer -At the moment, we are waiting for an answer on the part of the director of the museum.” scrive il Los Angeles Times.
Ovvero: “L’Assessore Sgarlata ha fatto una proposta economica per garantire al Museo di Cleveland l’esibizione- ha scritto Colomasi in una email al responsabile della Pianificazione del Museo- al momento stiamo aspettando una risposta dal direttore del Museo”.
Non sappiamo che proposta abbia fatto l’assessora. Pensavamo, però, fosse definitivamente chiusa la stagione dei tour dei nostri capolavori. Che questo Governo volesse davvero rilanciare il connubbio Cultura e Turismo in Sicilia. C’è da aggiungere tra l’altro, che alcuni dei tesori in questo momento esposti al Getty e che adesso vuole esporre il Museo di Cleveland, rientrano nella lista di quei beni ‘inamovibili’, che costituiscono “testimonianze essenziale di antiche civiltà, beni culturali a rischio di depauperamento e risorse essenziali per la valorizzazione dei territori e per i quali è vietata l’uscita anche temporanea”. Dall’ ‘Auriga di Mozia, a parte della collezione degli argenti di Morgantina del museo di Aidone, al Kouros del Paolo Orsi di Siracusa.
Vero è che nella direttiva sul tema firmata (casualmente?) da Sgarlata (e che potete leggere qui) sono previste delle deroghe (fatta la legge si trova l’inganno?): benefici economici, valorizzazione delle tradizioni siciliane ecc.
Ma, al momento, al di là della opportunità di considerare i beni archeologici quali merci di scambio, non sono chiari i vantaggi che trarranno i musei siciliani ‘espropriati’ dei loro capolavori, da questa operazione. Non sarebbe più logico valorizzare questi tesori in situ per attirare turisti in Sicilia?
Direttiva Sgarlata
Le opere siciliane esposte al Getty
Rigassificatore della Valle dei Templi, Battiato: Unoffesa al patrimonio culturale
Maria Rita Sgarlata, lassessore alla ricerca del proprio io governativo