La ‘Rivoluzione’ di Crocetta? E’ ‘maoista’. Almeno per la dirigenza…

Cresce, di giorno in giorno, la confusione nei piani ‘alti’ dell’amministrazione regionale. Il riferimento è ai circa mille e 800 dirigenti ai quali, nella stragrande maggioranza dei casi, è scaduto il contratto lo scorso dicembre. Si attendono ‘lumi’ dal Governo regionale che, in verità, fino ad oggi, ha dispensato solo un buio fitto.

Lo ripetiamo: la confusione cresce di giorno in giorno. Ci sono dirigenti che vanno avanti di proroga in proroga. Alcuni di questi sono riusciti a portare a casa la parte variabile dell’indennità. Altri, invece, sono rimasti a bocca asciutta.

Un altro dato certo è il blocco dell’amministrazione regionale: e si vede. Della Regione, oggi, funziona solo la parte ‘politica’: i gabinetti della presidenza della e dei dodici assessorati. Il resto della ‘macchina’ della dirigenza è bloccato in attesa non si capisce bene di che cosa.

Secondo alcuni osservatori, quella in atto sarebbe una vera e propria strategia: il tentativo di cancellare la ‘memoria’ storica dell’amministrazione regionale. Con un linguaggio da anni ’70, si potrebbe affermare che negli uffici della Regione siciliana sarebbe in corso una sorta di ‘Rivoluzione maoista’, con i celebri ‘Campi di rieducazione’. (quello a destra non è il presidente della regione Rosario Crocetta, ma il vero Mao: foto tratta da  blitzquotidiano.it)

Traslandolo all’oggi, è come se le competenze della dirigenza regionale, finite in un ipotetico file, venissero trasferite in un altrettanto ipotetico cestino. In un computer, si sa, i file dirottati nel cestino possono sempre essere recuperati: solo che, in questo ipotetico cestino, è cose se ci fosse qualcuno pronto, subito dopo l’arrivo di un file, a dare il comando: “Vuota cestino…”.

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, i contratti dei dirigenti regionali, scaduti ormai da cinque mesi e mezzo, uniti a un Governo che cerca soldi (emblematico il tentativo, in verità un po’ goffo, di aumentare i canoni del demanio marittimo del 630 per cento…) non lascia presagire nulla di buono. Tra i dirigenti, come abbiamo scritto la scorsa settimana, si teme l’ipotesi di un demansionamento: voci che corrono e si rincorrono. (a sinistra, un campo di rieducazione…)

L’unica cosa certa è che, dopo le elezioni per il ballottaggio di alcuni Comuni, l’Assemblea regionale siciliana dovrebbe tornare a riunirsi per esaminare e approvare una mezza manovra di assestamento di bilancio.

Già una Regione che approva Bilancio e Finanziaria ad aprile e a giugno va a caccia dell’assestamento la dice lunga sulle condizioni finanziarie precarie, se non drammatiche, in cui si dibatte. Gioca, in questo, una pessima gestione dell’assessorato regionale all’Economia. Dove, di fatto, siede un personaggio – Luca Bianchi – che sembra fare più gl’interessi di Roma che quelli della Sicilia.

L’ennesima, pessima riprova di quanto da noi affermiamo da tempo sull’operato di questo personaggio l’ha fornita la scorsa settimana lo stesso assessore all’Economia, quando, a Sala d’Ercole, con una sfacciataggine pari soltanto alla sua faccia tosta, ha cercato di far credere ai siciliani che, dall’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto, dovrebbero entrare nelle ‘casse’ regionali appena 50 milioni di euro, quando, conti alla mano, la Regione, applicando questo articolo dello Statuto, come ha ricordato l’economista, Massimo Costa, non dovrebbe incassare meno di 4 miliardi di euro!

Insomma, con questi governanti la Sicilia non ha certo motivo di dormire sonni tranquilli. Anzi.

Il paradosso è che, mentre i dirigenti interni della Regione sono senza contratto e, in buona parte, vengono sbattuti di qua e di là, i dirigenti esterni all’amministrazione ‘spatuliano’ che è un piacere… E, addirittura, sono anche in grado di scrivere i pareri – ovviamente positivi – su se stessi…

Bella ‘Rivoluzione’, presidente Crocetta…

 


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