Grecia, chiude anche l’orchestra sinfonica

di Gabriele Bonafede

Un altro obiettivo è stato raggiunto dalla graziosa sovrana d’Europa Angela Merkel. Con le politiche d’austerità folle che colpiscono cultura e informazione e aiutano agenzie delle tasse e banche, meglio se capaci di togliere la casa, si continuano a distruggere i patrimoni culturali del Mediterraneo.

Musicista dell’orcehstra sinfonica della ERT piange mentre suona per l’ultimo concerto. Foto tratta da www.imolaviaggi.it

Germania uber alles, deve essere la politica europea. E Germania uber alles è. La simpatica e filantropica sovrana d’Europa ha di che complimentarsi con se stessa: la Volkswagen va a gonfie vele, le imprese tedesche fanno soldi a palate, investono bellamente in Turchia fregandosene di morti e feriti, comprano in Grecia, spadroneggiano in Italia, avanzano in Spagna, guardano alla Sicilia con altezzosa superiorità e con la sicumera dei vincitori.

Il futuro dell’Europa è un Mediterraneo senza cultura, sacrificata sull’altare dell’austerità a tutti i costi.

Così anche la storica orchestra sinfonica della TV greca ERT, di quella Grecia che è stata la culla della civiltà europea, deve chiudere per mancanza di fondi. Quegli stessi fondi che servono per acquistare titoli di Stato tedeschi, per “salvare” le grasse banche tedesche, per pagare gli interessi astronomici e insostenibili del debito pubblico greco, mentre l’Unione Europea concede l’elemosina dei fondi “strutturali”, quasi impossibili da spendere, se non pagando gli stipendi alle amministrazioni pubbliche incaricate di compilarne gli incredibili e fantozziani bandi.

Come in Sicilia, tutto crolla in Grecia, le fondamenta stesse dello Stato moderno, le basi per un’amministrazione che non riesce a pagare stipendi, ad assicurare servizi essenziali e ad amministrare l’ordinario, figuriamoci i fondi europei!

E adesso, per effetto della chiusura della TV di Stato greca ERT, chiudono anche le orchestre sinfoniche ad essa collegate.

Pochi giorni fa si è svolto l’ultimo concerto tra le lacrime dei musicisti. Come si vede in questo toccante video del sito willthatbeall.net http://willthatbeall.net/?p=319 nel quale l’inno nazionale greco è suonato nella commozione generale.

Adesso gli stessi musicisti possono emigrare in Germania a fare pizze o lavare i cessi dei tedeschi.

Ecco il comunicato in inglese da parte dell’istituzione  “As of Tuesday the 11th of June 2013 the “National Symphony Orchestra” (est. 1938), the “Contemporary Music Orchestra” (est. 1954) and the Choir (est. 1977) of ERT have ceased their activities”.

La traduzione In italiano: “Martedì 11 Giugno 2013 l’Orchestra Sinfonica Nazionale (stabilita nel 1938), l’Orchestra di Musica Contemporanea (stabilita nel 1954) e il Coro (stabilito nel 1977) della ERT hanno cessato le loro attività”.

La grande cantante d’opera greca Maria Callas si starà rivoltando nella tomba.

Complimenti UE! Complimenti BCE! Complimenti Angela!

Musicisti della Orchestra ERT (Grecia). Foto tratta da www.it.ibtimes.com

La filantropa di Berlino, la grande amante della cultura europea, sempre amica dei paesi del Mediterraneo e soprattutto dei greci, degli spagnoli e dei siciliani, si avvia verso la rielezione nel suo Paese mentre tutti adorano il suo trono che non è per nulla vuoto.

Per fortuna, Angela Merkel non rappresenta tutta la Germania né tantomeno tutta l’UE. Così come l’attuale Commissione europea non rappresenta tutta l’UE che a sua volta non rappresenta tutti i cittadini europei. La chiusura della ERT e della sua orchestra è un ulteriore segnale dell’arretramento dell’Europa della cultura e della solidarietà. Un segnale che chiama gli europei, di tutte  le nazioni, e soprattutto i tedeschi, a trasformare profondamente il funzionamento dell’Unione e soprattutto i meccanismi decisionali dell’UE e della sua Commissione.

La vera UE è quella immaginata dai padri fondatori, da quei tedeschi, quegli italiani, quei francesi, ad esempio, che la fondarono per la pace e la solidarietà, per la crescita sociale, economica e culturale in tutte le sue parti.

Non a caso, gli stessi padri fondatori tedeschi dell’UE tolsero le parole “Deustschland uber alles” dall’inno tedesco. Fu una chiara volontà di voltare pagina verso un futuro di pace e di condivisione delle ricchezze umane e materiali d’un intero continente. Questa stessa volontà vive e cammina ancora oggi nelle gambe di molti tedeschi, veri fratelli di un’Europa libera e solidale. 


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