Saranno state le proteste,o forse, una improvvisa folgorazione sulla via di damasco, o forse, i politici siciliani si stanno svegliando, finalmente, dal lungo sonno dell'ascarismo. In ogni caso, sia quel che sia, la buona notizia è arrivata: oggi l'ars discuterà sulla corretta applicazione dell'articolo 37 dello statuto siciliano. All'ordine del giorno per la seduta che avrà inizio alle 16,00 c'è, infatti, una discussione unificata su due mozioni relative all'argomento: quella presentata dal movimento 5 stelle (per la quale c'era stata la richiesta della convocazione urgente dell'aula che il numero uno di sala d'ercole, giovanni ardizzone, aveva rifiutato, suscitando forti critiche e l'annuncio di una manifestazione per chiedere le sue dimissioni) e una presentata da alcuni deputati del pdl e del pds-mpa.
Miracolo! L’articolo 37 oggi approda all’Ars
Saranno state le proteste,o forse, una improvvisa folgorazione sulla via di Damasco, o forse, i politici siciliani si stanno svegliando, finalmente, dal lungo sonno dell’ascarismo. In ogni caso, sia quel che sia, la buona notizia è arrivata: oggi l’Ars discuterà sulla corretta applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano. All’ordine del giorno per la seduta che avrà inizio alle 16,00 c’è, infatti, una discussione unificata su due mozioni relative all’argomento: quella presentata dal Movimento 5 Stelle (per la quale c’era stata la richiesta della convocazione urgente dell’Aula che il numero uno di Sala d’Ercole, Giovanni Ardizzone, aveva rifiutato, suscitando forti critiche e l‘annuncio di una manifestazione per chiedere le sue dimissioni) e una presentata da alcuni deputati del Pdl e del Pds-Mpa.
Le due mozioni dovrebbero essere unificate e poi votate. Il momento della resa dei conti questa volta è davvero arrivato: conteremo tutti i deputati che diranno sì, affinché il Governo centrale non ci rifili l’ennesima truffa e conteremo gli ascari che si opporranno a una corretta applicazione dell’articolo 37 dello Statuto. Il Parlamento siciliano, domani, dirà chiaramente da che parte sta: se dalla parte dei siciliani, o dalla parte di di uno Stato centrale che ancora una volta vuole fregarli. Tertium non datur.
La questione è molto seria. Come sappiamo, riguarda lapplicazione della norma secondo la quale le imprese che producono in Sicilia, anche se hanno sede legale fuori, devono pagare qui i tributi. A giorni potrebbe arrivare il decreto attuativo basato, PRATICAMENTE, su una truffa. Il Governo centrale sarebbe disposto a riconoscere 50 milioni di euro lanno. Non solo una cifra ridicola (secondo le stime degli esperti sarebbero almeno 5 miliardilanno ), ma anche detratta dai fondi per la perequazione infrastrutturale (articolo 38). Una farsa micidiale la cui natura non è sfuggita a quei tanti siciliani che non sono più disposti a svendere i propri diritti e la propria storia.
Tra i due documenti che arrivano oggi all’Ars , qualche differenza c’è. Quella del Pdl-Mpa, a quanto ci dicono, sarebbe un po’ più rivendicazionista. Chiede, cioè, a Roma, non solo di riconoscere la giusta cifra derivante dalla corretta applicazione della norma, ma anche di non attribuire alla Sicilia nuove competenze di spesa. Nulla contro. Ma sperare che Roma, dopo il tentativo di truffa colossale, la riconosca in toto, è difficile. Di buono c’è, però, che i deputati di questi partiti chiedono il rinnovo della Commissione paritetica Stato-Regione per affrontare questi temi ‘alla pari’.
Quella del Movimento 5 Stelle, che potete leggere qui, sembrerebbe un po’ più equilibrata. Ma ciò che conta è che oggi, a Sala d’Ercole, prevalga il senso di responsabilità verso i siciliani, che le due mozioni vengano sintetizzate nel migliore dei modi e votate all’unanimità.
Se così fosse, l’annunciata manifestazione per chiedere le dimissioni del presidente dell’Ars, Ardizzone, prevista per domani a Palermo, potrebbe trasformarsi in un giorno di festa. Avrebbe vinto la Sicilia, ne uscirebbero sconfitti gli ascari. Vedremo come andrà a finire.
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