Gli inglesi fuori dall’Ue? Un referendum in nome della democrazia

Un sinonimo di democrazia? Chiedere  ai cittadini cosa ne pensano
di questa Unione europea
e lasciare a loro la scelta di stare dentro o fuori.

Ovviamente, una tale declinazione della sovranità popolare, non può trovare spazio in Italia, Paese dove “il forte si mesce col vinto nemico. Col novo signore rimane l’antico; l’un popolo e l’altro sul collo vi sta”. 

Lo stesso non si può dire della Gran Bretagna: gli inglesi, infatti, saranno i primi a poter scegliere se restare o no nell’Unione Europea. Lo ha annunciato il premier  David Cameron.  Un annuncio che ha entusiasmato i britannici, esasperati dal dibattito sulla necessità di una unione bancaria e fiscale nell’Ue, e soprattutto, consapevoli, dei danni che Bruxelless e Francoforte, hanno prodotto in molti sventurati Paesi europei (dalla Grecia, alla Spagna, all’Italia).

Gli inglesi, lo sappiamo, sono gli euro-scettici, per antonomasia. E, intelligentemente, si sono tenuti fuori dalla moneta unica. Ora, potrebbero addirittura decidere di mollare tutto.

D’altronde, il tempo ha dato loro ragione. Tutti i principi istitutivi dell’Ue, a cominciare dal sogno di una ‘Europa dei Popoli’ che valorizzasse le peculiarità dei territori, sono svaniti dinnanzi ad una dittatura finanziaria feroce che sta tentando di divorare le autonomie locali.

Così Cameron ha promesso: entro il 2017 i cittadini del regno Unito sceglieranno: o dentro o fuori. 

Non sfugge agli osservatori che si potrebbe trattare di una mossa strategica. Ovvero il tentativo di rinegoziare i patti di adesione all’Ue. D’altronde lo stesso premier ha precisato che “non avrebbe senso votare ora che, dopo la crisi dell’eurozona, si stanno discutendo nuovi assetti”.

In ogni caso, non si può non apprezzare il coraggio di un Paese che, a testa alta, mette in dubbio l’adesione ad un Ue che fa comodo a pochi. 

Non va dimenticato, inoltre, che la Gran Bretagna, ha già tenuto fuori dall’Ue le sue ‘regioni a statuto speciale”:  le Isole del Canale e l’Isola di Man, come Gibilterra. 

Anche  la Danimarca, che conta due regioni a statuto speciale (lí si chiamano “Contee”) le ha viste uscire entrambe, una dopo l’altra, dall’Unione, le cui regole avrebbero ‘penalizzato, queste realtà. 

Perché la stessa cosa non è avvenuta in Italia, con la Sicilia?

Perché la Sicilia è stata rappresentata in Europa, da un Paese di servi sciocchi. Che ha preferito rapinare la Sicilia: “In questa Europa sottolineo, dentro “questa” Europa, e non quella che poteva avere in mente Altiero Spinelli o quella che ci hanno raccontato da ragazzi- ha dichiarato il Prof Massimo Costa, parlando dei vantaggi economici di una Sicilia fuori dall’Ue- non è possibile alcuna autonomia regionale per la semplice ragione che non è possibile neanche alcuna autonomia statale, né alcuna democrazia.  Oggi abbiamo soltanto un’economia di rapina. Le nostre risorse, in buona sostanza, sono degli altri” (A.S.)

Il problema della Sicilia? L’Italia
La Sicilia in un’Europa sempre meno libera (e sempre più massonica)
L’Italia nelle mani del ‘Gruppo di Bilderberg, la ‘cupola’ della finanza mondiale
Europa ‘Unita’ a colpi di manganelli
Euro? Non tutti erano d’accordo. Anzi…
Dalla Spagna la rivolta contro l’Ue dei massoni nemica delle Regioni (anche in Italia)

 

 

 

 

 


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