Succede qualcosa di strano in questi giorni di campagna elettorale. Anche se per la verità qualcuno sottolinea che c'era da aspettarselo. Vi chiederete a cosa ci riferiamo. Ve lo diciamo subito entrando così nel cuore del problema che affrontiamo volentieri. Il tema è sempre la formazione professionale ed il sistema clientelare costruito a dismisura negli ultimi anni. Un sistema sul quale il clientelismo creato intorno spingerà molti investitori, con ogni probabilità, a manipolare voti e consenso.
Formazione, gioco al massacro con il Durc?
Succede qualcosa di strano in questi giorni di campagna elettorale. Anche se per la verità qualcuno sottolinea che c’era da aspettarselo. Vi chiederete a cosa ci riferiamo. Ve lo diciamo subito entrando così nel cuore del problema che affrontiamo volentieri. Il tema è sempre la formazione professionale ed il sistema clientelare costruito a dismisura negli ultimi anni. Un sistema sul quale il clientelismo creato intorno spingerà molti investitori, con ogni probabilità, a manipolare voti e consenso.
Quel che di strano accade è che, a sentire in giro, nessun candidato alle elezioni regionali del prossimo 28 ottobre, nell’introduzione ai temi che accompagneranno la campagna elettorale, ha trattato il tema del riassetto della formazione professionale. Perché i deputati uscenti e ricandidati dovrebbero parlarne in campagna elettorale, visto che durante il proprio mandato hanno fatto poco o nulla per questo settore?. Quindi coerenza? Vedremo!
Piace lo slogan lanciato da uno dei tanti commentati: “”La Conta” che spaventa”. Ed ancora è utile riprendere e dare giusta enfasi ad un’altra affermazione: “La Conta” non è di Destra ne di Sinistra ! E’ “Democrazia Anticipata”. Solo democrazia e basta; cioè un Patrimonio di libera e non violenta fruizione”.
Ora, che si abbassino i toni, crediamo sia un beneficio per tutti. Ma resta sul tavolo sempre il corredo di problemi ereditato da anni di malgoverno sulla formazione professionale. Visti i tempi e “l’incartamento” in cui è incorso il dirigente generale del settore, Ludovico Albert, e gli amici che lo sostengono, i promotori dello sfascio spingono verso il tentativo di fare sblollentare gli animi. Ma è necessario”smuovere le acque”.
A questo ha pensato un gruppo di lavoratori lanciando la campagna di adesioni all’atto di diffida stragiudiziale contro la Regione siciliana. Ed allora ecco venire fuori la nostra proposta di “Conta”. Proprio così, viste le continue segnalazioni, i documenti pervenuti, le istanze avanzate, comprese le critiche all’iniziativa, abbiamo raccolto e messo a sistema tutte le testimonianze. Adesso è il momento della “Conta”.
E’ un modo di sintetizzare il lavoro messo in piedi da uno gruppo di volenterosi lavoratori. Contare significa raccogliere in modo sistemico e costante, in ogni provincia, le firme di adesione e consegnare in assessorato la diffida “appesantita” dalle 1000 sottoscrizioni già raggiunte.
Certo, un po’ di apprensione dovrebbe pervadere la mente esecutiva. Ciò che preoccupa sono le insistenti voci che farebbero slittare l’inizio delle attività, a pieno regime, non prima dell’inizio del 2013. E la cosa più grave è che se non si sbloccano i fondi (patto di stabilita’) gli Enti di formazione dovranno accendere un mutuo per restare a galla e mantenere il Durc.
Una situazione paradossale. E se invece l’intento è proprio di far saltare a molti Enti l’effettiva capacità di mantenere il Documento unico di regolarità contributiva? Non percependo alcuna quota di finanziamento molti Enti non potranno emettere il Durc con regolarità mensile. Ciò significa che potrebbe esserci un sotteso gioco al massacro che vedrebbe pronti taluni soggetti, sempre i “soliti ignoti”, pronti ad acquistare con poco il patrimonio di Enti in difficoltà.
Troverebbe attuazione, in tal misura, il progetto ambizioso e spregiudicato dei 3 o 4 al massimo “poli formativi”, per usare una sfumatura lessicale tanto cara a Mario Centorrino, e non solo. Certo non sappiamo dove sta la verità sui fatti, ma c’e un dato: se i pagamenti dovessero sbloccarsi a fine aprile 2013, cioè in sede di approvazione del bilancio della Regione siciliana, quanti enti riuscirebbero a sopravvivere? Ed ammesso che il 25 per cento del finanziamento a valere sull’Avviso 20/2011 dovesse pervenire nelle ‘casse’ degli Enti formativi, cosa dovrebbero farne? Cosa dovrebbero pagare?
Si è tornati indietro, con la legge 24 del 6 marzo 1976 si anticipava il 50 per cento del finanziamento, con l’Avviso 20/2011 solo il 25 per cento. Un quadro complessivo davvero preoccupante. Siamo curiosi di conoscere come intenderà questo governo-polpetta uscirsene o se getterà la spugna.
Per quanto ci riguarda continueremo a seguire gli sviluppi per meglio sottoporre ai lettori sempre e solo la verità.