Sul "no" del governo monti (sarebbe più corretto parlare di "no" di pdl, pd e udc) all'erogazione di 5 milioni di euro per pagare le indennità di settembre agli oltre mille e 800 dipendenti della gesip di palermo interviene davide ficarra, segretario provinciale di rifondazione comunista.
La Gesip, Monti e il servaggio verso i poteri forti
Sul “no” del Governo Monti (sarebbe più corretto parlare di “no” di Pdl, Pd e Udc) all’erogazione di 5 milioni di euro per pagare le indennità di settembre agli oltre mille e 800 dipendenti della Gesip di Palermo interviene Davide Ficarra, segretario provinciale di Rifondazione comunista.
Ficarra parla di un “no che arriva nonostante l’impegno a sciogliere la Gesip entro fine anno per riqualificarla, nel tentativo di organizzare meglio i servizi, risparmiando risorse e senza tagliare i posti di lavoro e nonostante l’atteggiamento intransigente che il Comune ha assunto, sin dall’insediamento della nuova giunta, verso gli assenteisti”.
“Il Governo Monti – aggiunge l’esponente di Rifondazione – che pochi giorni fa ha staccato un assegno di 19 miliardi di euro per salvare le banche spagnole, che tanta parte hanno avuto nell’innescare la crisi finanziaria, chiede alla giunta Orlando di procedere subito alla riduzione del personale Gesip. Si chiede, in poche parole, di lanciare benzina sul fuoco del malessere sociale”.
“Siamo sicuri – osserva ancora Ficarra – che se invece di semplici lavoratori la Gesip avesse impiegato banchieri, finanzieri, noti speculatori ed esperti in financial trading, il Governo Monti non avrebbe lesinato risorse, in linea con la sua politica di intransigenza con i settori deboli e di servaggio verso i poteri forti della società”.
“Occorre che i lavoratori, i disoccupati, i precari, i giovani senza futuro – conclude Davide Ficarra – mettano in campo, a partire da questo autunno, una fortissima opposizione sociale per mandare a casa il Governo dei banchieri”.
Sulla vicenda Gesip interviene anche il candidato della Sinistra siciliana ala guida della Sicilia, Claudio Fava.
Gli amministratori che hanno saccheggiato Palermo negli anni passati e che hanno lasciato in eredità macerie, debiti e casse vuote – dice Fava – dovranno essere chiamati a risponderne personalmente in tutte le sedi, non solo in quelle politiche. Va preteso subito un atto di responsabilità dal Governo nazionale e da quello regionale perché facciano la loro parte accanto al Comune di Palermo nella vicenda della Gesip. Pensare a Roma di far pagare i disastri politici della giunta Cammarata a 1800 lavoratori non sarebbe macelleria sociale, ma un crimine politico.
Nota a margine
Lo scriviamo da mesi e lo ribadiamo ancora una volta: non si possono abbandonare oltre mille e 800 persone. Ci rendiamo conto che il Governo Monti, espressione delle varie massonerie commerciali, affaristiche e finanziarie, non può prendere in considerazione l’idea della solidarietà umana. E ci rendiamo conto che, in questo momento, c’è da fare i conti anche con la disperazione del Pd e dell’Udc, che, ora dopo ora, prendono coscienza che, con il loro candidato Rosario Crocetta, andranno a sbattere contro il muro. Da qui la voglia di incasinare la campagna elettorale a partire da Palermo. Sotto gli occhi accondiscendenti del Pdl e di Berlusconi, evidentemente divertiti dalla ‘scanna’ he si sta aprendo nel capoluogo siciliano a causa di quella Gesip creata – per ironia della sorte – dal Pdl di Diego Cammarata.
A quest punto la proposta di Fava ci sembra corretta: chiamare gli ex amministratori della città di Palermo – a partire dall’ex Sindaco – a pagare i danni che hanno prodotto. Non sappiamo se, giuridicamente, tale strada sia percorribile. Ma riteniamo giusto, ove le condizioni dovessero consentirlo, di far pagare il conto ai responsabili di questo disastro sociale.
g.a.