Gli Innominati dell’italica legalità

di Francesco Busalacchi

In un’amena località montana, immersa in una pineta folta e verdeggiante,rigorosamente protetta, sono insediate da lungo tempo alcune villette, distanziate da frammenti di pineta e distanti decine di metri l’una dall’altra. Le villette, protette dal vincolo forestale, sono delle preziose perle. Esse, dato il rigore dell’inverno, vengono chiuse e sigillate e i proprietari vanno a vivere in città, salvo a ritornarvi in una bella giornata o per dare un occhiata … Non si sa mai.

In una di queste gite invernali il signor Rossi, proprietario della Villetta Giuditta, si accorge che il vicino signor Neri, proprietario della contigua villetta Rosetta, ha avviato lavori di sbancamento per la costruzione di uno stradello, interno alla sua proprietà, che gli consenta di arrivare con l’automobile fino a casa. Per l’effetto, parecchi pini, alti e in buona salute sono stati abbattuti e la macchia, ginestre, roverelle, timo, azalee, eriche e quant’altro è stata estirpata. (a sinistra la Rocca o Castello dell’Innominato, foto tratta da panoramio.com)

Immediatamente il signor Rossi telefona alla polizia municipale del Comune, denunciando l’accaduto. Dopo meno di 15 minuti una squadra di vigili, composta da due agenti, si reca sul posto e constata i fatti. Si collega con la centrale e si informa sui lavori in corso alla villetta e sul proprietario della stessa. Nessuna autorizzazione risulta essere stata concessa. Ricevuti i dati, i vigili rintracciano telefonicamente il signor Neri, che viene invitato a recarsi subito alla villetta, dove giunto, si vede contestato il reato di costruzione abusiva e distruzione di parte di aerea soggetta a vincolo idrogeologico e forestale, con invito a recarsi la mattina dopo nella cancelleria della Pretura competente per il processo per direttissima. Il giorno dopo il signor Neri si presenta davanti al Pretore che siede in permanenza esclusivamente per questo tipo di attività. Questi lo condanna ad una forte ammenda, a un periodo di detenzione (pena sospesa) e al ripristino, a sua cura e spese, entro tre mesi dalla condanna, dello stato dei luoghi, significando che, in difetto, il signor Neri sarà di nuovo processato e condannato al massimo della pena edittale.

Tutto questo non è possibile, ovviamente, perché il signor Neri,sapendo bene come gli andrebbe a finire, non si azzarderebbe mai ad intraprendere la sua iniziativa illegale

Svegliamoci e vediamo come vanno le cose nella realtà. Partiamo da quando il signor Rossi si accorge dei lavori. Egli sa bene che il suo vicino ha buone relazioni con i politici del Comune e che è una persona piuttosto influente. Però gli fa troppa rabbia. Altresì lo stradello ha eliminato i pini che facevano ombra alla sua villetta e che erano un barriera contro i forti venti invernali. Si fa coraggio e chiama il Comune.

Dopo venti minuti qualcuno risponde. Il signor Rossi chiede del comando dei vigili. Altri venti minuti d’attesa. Finalmente arriva alla persona giusta. Gli spiega i fatti. Gli viene chiesto se le opere iniziate sono su terreno demaniale o su terreno privato. Obbietta che secondo la legge non fa differenza. Pare che la differenza ci sia. Dà la risposta. Viene subito messo in attesa.

Dopo 15 minuti gli dicono che, avendo poco personale e dovendo fare parecchi interventi, lo hanno messo in calendario e che per la metà del mese successivo faranno un sopralluogo. Obbietta che in questo intervallo di tempo lo stradello sarà completato. Non cambia niente, è la risposta, se l’opera è abusiva, sarà eliminata qualunque sia lo stato dei lavori.

Facciamo qualche cattivo pensiero. Molto furbamente, il signor Neri ha affidato i lavori ad una ditta del luogo, ben ammanigliata con politici e impiegati comunali e ricca di amici e di amici degli amici. Al Comune sanno che la legge non autorizza il signor Rossi a fare ricorso alla giustizia. E’ dunque garantito che nessuno interverrà né durante i lavori, né dopo. E’ del pari garantito che lo stradello, per una serie di cavilli, non sarà mai eliminato e che nel giro di qualche anno tutto sarà dimenticato.

Il signor Neri, dopo aver rotto i rapporti con il signor Rossi che accuserà di essere spione e confidente, potrà portare la sua anziana nonna con l’automobile fin sulla soglia di casa. Come è giusto che sia.

Fabula docet che i protocolli di legalità, le marce, gli impegni reboanti non sono nulla. Suggerisco ai tromboni della legalità di costruire nella vita reale, se ci riescono, un esperimento come quello descritto sopra. L’effetto, credetemi, sarà molto, molto educativo.

In prima pagina, un ritratto de L’Innominato tratto da torresani-edu.blogspot.com


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