L’aperitivo/ … e Angelino Alfano convocò a Palermo il vertice segreto…

Sembra che la candidatura di Massimo Costa a sindaco di Palermo ‘trantulii’ per davvero. A dimostrarlo ci sarebbe una riunione ‘riservata’ che sarebbe stata convocata domenica scorsa dal leader del Pdl, Angelino Alfano.

La riunione, così raccontano i bene informati, sarebbe andata in scena subito dopo la manifestazione di domenica scorsa al Teatro Politeama di Palermo. E’ stata, è noto, la giornata in cui i ‘capi’ dei tre partiti che sostengono la candidatura di Massimo Costa – il già citato Alfano per il Pdl, Gianfranco Miccichè per Grande Sud e Giampiero D’Alia per l’Udc siciliana – si sono dati appuntamento, naturalmente a Palermo, per galvanizzare l’elettorato.

La manifestazione è riuscita. Il Teatro Politeama Garibaldi era pieno. Ma, come ha fatto notare qualcuno, al Teatro Politeama si contano mille posti a sedere. Era piano, è vero: saranno stati mille e 500. Tiè, duemila. Ma il pomeriggio della stessa domenica, in Piazza Croci, di gente, ad ascoltare Beppe Grillo, ce ‘era mota di più.

E allora? Allora, numeri a parte, la situazione per Massimo Costa si complicherebbe. E lo ha ammesso, di fatto, lo stesso Alfano, convocando d’urgenza, ua riunione con tutti i ‘capi’ del Pdl di Palermo. Ad Alfano, che ormai, avendo superato i quarant’anni, benché ancora giovane, comincia anche lui ad essere un po’ scafato’, non è sfuggita la notizia che, a Palermo, non tutti i ‘capi’ del Pdl si starebbero ammazzando di lavoro per sostenere Massimo Costa.

Da qui la riunione. E la ‘drammatizzazione’ di un’eventuale sconfitta. E quando parliamo di sconfitta ci riferiamo all’eventualità che Massimo Costa non arrivi nemmeno al ballottaggio. Stando a indiscrezioni, Alfano avrebbe sottolineato che la partita di Palermo è una partita politica nazionale. Perché è a Palermo – proprio sulla candidatura del giovane Massimo Costa – che Pdl e Udc si giocano la scommessa della ‘Nuova grande casa dei moderati’ o del nuovo Partito popolare europeo che dir si voglia.

Se la notizia fosse questa, sarebbe ben poco. La seconda notizia – oltre alla riunione riservata tra Alfano e i ‘capi’ del Pdl di Palermo – è che c’è il timore che ‘qualcuno’ nel ‘triangolo’ Milano-Roma-Palermo punti a intercettare questa operazione politica. Non per bloccarla, ma per spostarla su ‘binari’ politici che non è detto debbano essere solo quelli dell’asse Alfano-Casini.

Qui il gioco si complica. Perché di mezzo non c’è soltanto Berlusconi che lavorerebbe ad un altro partito, magari con i forzaitalioti della prima ora e con la componente ex socialista del Pdl (questi, anche a Palermo, avrebbero tutto l’interesse ad ‘azzoppare’ Costa). Di mezzo ci potrebbero essere altri ex democristiani e altri ‘soggetti’ ancora. In giro ci sono ancora tanti esponenti della ex ‘Balena bianca’ vivi e vegeti. C’è Clemente Mastella che ritorna in auge. E, in Sicilia, c’è Calogero Mannino.

E’ un caso che Giampiero D’Alia, nel suo intervento di domenica scorsa, abbia ironizzato pesantemente su Marianna Caronia, la candidata a sindaco di Palermo di liste – di provenienza democristiana – che, alla fine, in caso di ballottaggio, dovrebbe votare per Massimo Costa?

C’è molto nervosismo, dalle parti di Alfano e Casini. Che abbiano intuito qualcosa? Forse pensano che lo ‘sgambetto’, al loro progetto, arriverà, tanto per cominciare, da Palermo?

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