Dopo la 'bufera' di ieri, tra l'imputazione coatta per il presidente della regione, raffaele lombardo, decisa ieri dal gip, e l'occupazione del ''palazzo' da parte di una delegazione dei 'forconi' (che presidiano il piano di palazzo reale o dei normanni della cappella palatina), sala d'ercole si è preso un giorno di 'riflessione'. Alla decisione si è arrivati ieri sera dopo riunioni convulse, con il nervosismo che arrivava ala stelle. L'aula tornerà a riunirsi domani e lavorerà fino ad approvazione della manovra. Non è da escludere che si lavorerà anche di domenica.
Manovra economica Ars, si riprenderà domani
Dopo la ‘bufera’ di ieri, tra l’imputazione coatta per il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, decisa ieri dal Gip, e l’occupazione del ”Palazzo’ da parte di una delegazione dei ‘Forconi’ (che presidiano il piano di Palazzo Reale o dei Normanni della Cappella Palatina), Sala d’Ercole si è preso un giorno di ‘riflessione’. Alla decisione si è arrivati ieri sera dopo riunioni convulse, con il nervosismo che arrivava ala stelle. L’Aula tornerà a riunirsi domani e lavorerà fino ad approvazione della manovra. Non è da escludere che si lavorerà anche di domenica.
Ieri sera, in realtà, si è assistito a un ‘balletto’ inverso. Mentre nei giorni scorsi le opposizioni ‘frenavano’ un po’ di fronte a un governo che aveva improvvisamente manifestato fretta (ricordiamo che, dall’1 ottobre dello scorso anno, quando si è aperta ufficialmente la sessione di bilancio, Sala d’Ercole, al di là della presentazione ufficiale dei documenti contabili da parte del governo, in materia di bilancio e finanziaria, non ha fatto un tubo), ieri si è assistito alla scena contraria: il governo che ‘frenava’, chiedendo una pausa di riflessione di un giorno, mentre le opposizioni avrebbero voluto a tutti i costi andare in Aula.
Alla fine è passata la linea del governo. Sì, insomma, a ventiquattr’ore di tempo per capire quello che c’è da fare, anche alla luce della situazione giudiziaria del presidente della Regione, Lombardo, che ieri si è aggravata. In grande difficoltà è il Pd siciliano e, in particolare, l’area del partito che ha voluto e ottenuto la presenza dello stesso Partito democratico nel governo. Il riferimento è alla corrente di Antonello Cracolici, Giuseppe Lumia, Salvatore Cardinale, Nino Papania, Francantonio Genovese: insomma, il ‘partito della formazione professionale’ e delle clientele al gran completo.
Non è facile capire come finirà questa storia. Ieri Lombardo e i ‘governativi’ ( o ‘consociativi’ come Cracolici definiva negli anni ’90 i protagonisti del governo Campione:una vera e propria ‘nemesi’ per l’attuale capogruppo del Pd all’Ars…) del Pd hanno respinto le ipotesi di dimissioni di Lombardo. Ma la pausa di ‘riflessione’ chiesta oggi dal governo dovrebbe servire per fare il punto della situazione. I problemi sul tappeto, ovviamente, non riguardano solo la finanziaria (sulla quale maggioranza e opposizione non si sono messi ancora d’accordo sulla ‘spartizione’), ma anche – forse soprattutto – la vicenda giudiziaria di Lombardo che ormai è un tutt’uno con la credibilità del Pd siciliano. Non si possono escludere sorprese.