A meno di dieci giorni di distanza dall'arresto di due uomini ubriachi che si erano feriti in strada, fuori dallo stesso bar si è verificato un altro episodio simile. Soltanto l'intervento delle volanti ha impedito conseguenze peggiori. «Stanno lì tutto il giorno, bevono e buttano le bottiglie nel cestino dei rifiuti, per poi riprenderle quando decidono di litigare», denuncia una signora esasperata
Stazione, ancora una rissa a colpi di bottiglie «E’ come se girassero sempre armati»
«Litigano ogni giorno, più volte al giorno, spesso per soldi. Bevono moltissimo e sporcano ovunque, anche con i propri bisogni corporali». Sono passati meno di dieci giorni dalla rissa a colpi di bottiglie di vetro tra due senza fissa dimora davanti alla stazione centrale e la denuncia di una residente ha trovato puntuale riscontro. La scena si è ripetuta nel pomeriggio di oggi, sempre nello stesso posto: all’angolo tra via Marchese di Casalotto e piazza Giovanni XXIII.
«Due uomini che mi sembravano ubriachi perché non si reggevano in piedi hanno iniziato a litigare, inseguendosi lungo la strada con in mano delle bottiglie di vetro rotte. Fortunatamente stavolta non c’è stato nessun ferito, sono intervenute due volanti della polizia e li hanno identificati». E’ il racconto di una signora che abita proprio sulla piazza, stanca di dover convivere costantemente con risse sotto casa. «L’altra domenica è stata più eclatante perché i due si sono feriti a sangue, ma qui è sempre così, abbiamo bisogno di sorveglianza continua», denuncia.
Fuori dal bar c’è un congelatore con i gelati, accanto un cestino dei rifiuti che si trasforma in comodo porta-bottiglie. «Queste persone stanno lì tutto il giorno, bevono e buttano il vetro nel cestino che però rimane a portata di mano, così quando litigano riprendono le bottiglie che avevano gettato e le usano per colpirsi; in sostanza è come se girassero sempre armati», continua la signora.
Una situazione difficile per i residenti della zona. Tanto che qualcuno chiede provvedimenti rigidi. Come successo a Padova. «La chiamano la città dei divieti, ma è giusto così spiegava in occasione dell’ultima rissa un’altra residente Lì hanno dimostrato che un sindaco ha il potere di portare ordine e pulizia, perché a Catania non succede? Dobbiamo arrivare al morto?».