Spiagge e strade sporche, eppure «questa città non si chiama Cartania». Il messaggio è apparso su un cartello all'ingresso della celebre spiaggia etnea, nota per la sua sabbia nera. Attaccato proprio all'incrocio col lungomare, l'invito a non gettare rifiuti per terra arriva dallo street artist catanese Luca Prete, non nuovo a opere di sensibilizzazione, alcune delle quali realizzate insieme al collettivo artistico Res publica temporanea. Guarda la foto
Troppa spazzatura a San Giovanni Li Cuti Il cartello d’artista: «Usa il cestino, ‘mbare»
«Questa città non si chiama Cartania. Utilizza il cestino, ‘mbare». È questa la scritta che fa bella mostra di sé su un cartello all’ingresso della spiaggetta di sabbia nera di San Giovanni Li Cuti. Attaccato su una transenna, proprio all’incrocio con il lungomare di Catania, l’invito a non gettare i rifiuti per terra è apparso ieri. Ed è opera, è proprio il caso di dirlo, dello street artist etneo Luca Prete, membro del collettivo artistico Res publica temporanea.
«Nel 2007 feci una mostra dal nome Cittània, curata dai ragazzi di Tribeart, Alessandro Fangano e Vanessa Viscogliosi scrive Prete su Facebook, commentando la foto che immortala il suo lavoro Quel nome significava per me la Città ideale, nonostante le sue mille contraddizioni». Una Catania fatta di bellezza, insomma. «Ma oggi prosegue l’artista rivedendo quelle spiagge e quelle strade sporche, un po’ di quella poesia se n’è andata».
Luca Prete non è nuovo a messaggi artistici di sensibilizzazione, da solo come nel caso di quest’ultimo cartello o in compagnia dei suoi colleghi di Res publica temporanea: dalla stella cometa per invocare la pace tra Israele e Palestina, alla Venere di Botticelli riprodotta sugli scivoli dei marciapiedi non abbastanza larghi per farci passare carrozzine di disabili o passeggini. Passando per il fish magique gigante al profumo di tunnina alla Pescheria e la gabbietta anti-vivisezione appesa alla mano della statua acefala del re borbone, in via Dusmet. E ha avuto la sua dose di attenzioni anche l’operato dell’amministrazione etnea: a poche settimane dall’abbattimento del ponte Gioeni, la mano dell’artista ha immaginato pure la vista del celeberrimo tondo, orfano del suo ponte, dalla stazione spaziale su cui era ospite l’astronauta paternese Luca Parmitano.