Anche quest'anno l'UniCT-team, squadra composta da 14 studenti e un docente dell'ateneo di Catania, parteciperà alla competizione internazionale che vedrà scontrarsi giovani ingegneri e matematici provenienti da tutta Europa. Il tema scelto per l'edizione 2014 è la preistoria: le due macchine etnee dovranno catturare mammut, raccogliere frutta, accendere fuochi e dipingere graffiti
Rocco e Melo alla conquista dell’Eurobot Due robot catanesi in gara a Dresda
Quattordici studenti, un insegnante e due robot che dovranno muoversi in uno scenario rappresentante il periodo preistorico. Anche quest’anno l’Università di Catania – unica rappresentativa italiana – parteciperà al campionato internazionale di robotica Eurobot. Protagonisti della competizione 2014 saranno Rapid opponent-challenging cannon operator e Multipurpose engineering logical object, per gli amici Rocco e Melo. «Abbiamo ripreso l’abitudine di ribattezzare i robot con degli acronimi», spiega con un sorriso Flavio Di Natale, uno degli studenti veterani del progetto. L’anno scorso, infatti, le due macchine in gara si chiamavano Alfio e Giusy, ossia A_Few e Choosy (in onore dell’allora ministro Elsa Fornero e la sua celebre frase sui giovani schizzinosi).
Dal 6 al 9 giugno l’UniCT-team volerà a Dresda, in Germania, per affrontare le squadre di colleghi provenienti da tutto il vecchio continente. «Il tema quest’anno è la preistoria – racconta Di Natale – I robot si dovranno occupare di accendere fuochi, raccogliere e depositare frutta, sparare e catturare dei mammut e dipingere dei graffiti». Le due macchine etnee hanno dei compiti ben precisi: «Rocco si occupa dei graffiti, sa sparare e accendere il fuoco – racconta lo studente – Melo, invece, raccoglie i frutti e sa catturare i mammut con la rete». Regola principale è non intralciare le manovre degli altri robot in campo e conquistare quanti più punti possibile.
«L’anno scorso siamo arrivati decimi su una cinquantina di partecipanti». Una gara che in altri Paesi vede addirittura delle selezioni nazionali per decidere la squadra più forte, con il team francese che si conferma il nemico da tenere d’occhio. Sull’esito della nuova edizione Flavio Di Natale non si sbilancia, ma fa qualche anticipazione. «Quest’anno abbiamo dalla nostra il fattore tempo. Siamo riusciti a completare le macchine con calma, i robot sono già pronti».
Come sempre, la provenienza di queste piccole opere di alta ingegneria è messa in risalto. Un pizzico di campanilismo in una gara fatta di modelli matematici e progetti dalla precisioe millimetrica. L’anno scorso era inserita la frase Do you know who are the people? (traduzione del classico Ma tu u sai cu sunu i cristiani?), quest’anno «abbiamo messo un liotro», assieme a delle rappresentazioni della Sicilia.
Nel corso degli ultimi mesi l’UniCT-team si è rinnovato, ma alla guida (assieme a Di Natale) rimane il docente del dipartimento di Matematica Corrado Santoro. Nota dolente, come spesso accade, sono i fondi. L’acquisto dei componenti è coperto dalla struttura universitaria, «ma si tratta di pochi soldi», ammette lo studente. «Servono solo per i materiali. Tutto il resto, compreso il viaggio in Germania, lo facciamo da noi». È anche per questo motivo che «ogni anno i robot vengono cannibalizzati», spogliati delle parti più importanti e – dunque – più costose.