All'incontro in programma all'hotel delle Palme di Palermo ci sono rappresentanti azzurri, di Fratelli d'Italia, dell'Udc, della Dc Nuova, dell'Mpa, di Noi con l'Italia e della Lega. Un summit per trovare la quadra sul nome dell'aspirante governatore
Regionali, iniziato vertice del centrodestra su candidato Miccichè: «Se non sarà di Forza Italia, andremo da soli»
È appena iniziato, all’hotel delle Palme di Palermo, il vertice della coalizione del centrodestra per trovare la quadra sul candidato alla presidenza della Regione Siciliana. Fra i presenti il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè, il coordinatore regionale di FdI Giampiero Cannella, il segretario regionale dell’Udc Decio Terrana, il leader della Dc Nuova Totò Cuffaro, Roberto Di Mauro (Mpa), Antonello Antinoro (Noi con l’Italia), l’assessore Totò Cordaro (Udc), Pippo Fallica e Anastasio Carrà (Lega).
Le elezioni regionali per la diciottesima legislatura si svolgeranno il 25 settembre, in concomitanza con le consultazioni nazionali. Diversi i nomi che sono circolati nelle ultime ore, dal segretario regionale del Carroccio Nino Minardo per la Lega a Stefania Prestigiacomo per Forza Italia. Non si esclude neanche la ricandidatura del presidente uscente Nello Musumeci. Anzi su questa eventualità proprio oggi una conferma sarebbe arrivata da Ignazio La Russa che ha dichiarato di avere preferito «lasciare ai bravissimi coordinatori regionali siciliani di Fratelli d’Italia la partecipazione all’incontro. Mi hanno anticipato – ha riferito – che ascolteranno con attenzione eventuali proposte degli alleati, pur convinti che la soluzione ottimale sia quella di confermare subito il presidente uscente che è in testa in tutti i sondaggi. Non avanzeremo proposte alternative a Musumeci ma siamo pronti a valutare però quelle degli alleati, specie se saranno chiare e univoche».
Intanto un aut-aut oggi è arrivato da Miccichè: «La corsa verso Palazzo d’Orléans spetta a Forza Italia. Altrimenti siamo pronti anche a correre da soli». Un’affermazione forte per ribadire che il nome del candidato governatore dovrebbe spettare agli azzurri. «Per fare il presidente della Regione – afferma il 68enne presidente dell’Ars che si è dimesso prima di Musumeci – c’è bisogno di una forza che purtroppo non ho più».