Il giovane si trova nel carcere minorile. Il movente ricostruito dai magistrati porta al rancore provato nei confronti della madre, dopo la decisione di quest'ultima di lasciare il padre e allontanarsi dai suoceri, a casa dei quali il 14enne viveva da qualche tempo
Morte Valentina Giunta, figlio ha ammesso delitto Il video della Scientifica all’interno dell’abitazione
Ha trascorso la prima notte nel carcere minorile, dopo l’emissione della misura cautelare seguita al fermo, il 14enne accusato di avere ucciso la madre a San Cristoforo, a Catania. La notizia riguardante la decisione presa dal giudice per le indagini preliminari, dopo l’interrogatorio di garanzia, si era diffusa già ieri. Questa mattina la procura ha emesso un comunicato in cui vengono ricostruiti ulteriormente le fasi dell’aggresione di cui è rimasta vittima la 32enne Valentina Laura Giunta. Il figlio, che sarebbe stato mosso da rancore per la decisione della donna di separarsi dal padre e di allontanarsi dalla famiglia di lui, aveva ammesso le proprie responsabilità anche davanti al pubblico ministero nel pomeriggio del 26 luglio.
Gli indizi che portavano a lui, d’altronde, erano stati subito evidenti. Le indagini sono iniziate subito dopo che alla sala operativa della questura è arrivata, intorno alle 23 del 25 luglio, la segnalazione di una persona gravemente ferita. Arrivati sul posto, gli agenti hanno trovato la donna riversa per terra all’interno del proprio appartamento. Inutili sono stati i tentativi di rianimare la 32enne, il cui decesso è stato dichiarato quando erano passati 17 minuti dalla mezzanotte. Giunta è stata colpita con un’arma da taglio al collo, al fianco e alla spalla sinistra ed è morta dissanguata.
Il 14enne, resosi irreperibile durante la nottata, è stato rintracciato l’indomani mattina. Ed è stato primo lui a far ritrovare gli abiti indossati durante l’aggressione, mentre a mancare all’appello continua a essere l’arma. Il ragazzo, che negli ultimi mesi viveva a casa della nonna paterna, in un primo tempo è stato portato nel centro di prima accoglienza presso il tribunale per i minori di Catania e da lì poi trasferito in carcere.