Muore impiccato nella casa dove abitava al Centro di accoglienza di Mineo, ma non sono ancora chiari la dinamica e il perché del gesto. «La polizia sta facendo gli accertamenti del caso» fa sapere il direttore della struttura, Sebastiamo Maccarrone, che si dice sconvolto e incredulo in attesa di capirne di più
Cara, ragazzo eritreo si toglie la vita In corso le indagini della polizia
Un ragazzo eritreo del 92 ospite del Cara di Mineo dallo scorso maggio, si è tolto la vita poche ore fa. Non è ancora chiara la dinamica e il perché. «La polizia sta facendo adesso gli accertamenti del caso e stiamo aspettando di capirne di più», riferisce il direttore del centro, Sebastiano Maccarrone.
Le prime voci collegano uno scontro con alcuni uomini del reparto mobile della polizia con la successiva decisione del ragazzo di impiccarsi con una tenda nella sua stanza, ma nessuna conferma arriva da parte del direttore. Maccarrone si dice anzi molto addolorato, esterrefatto e soprattutto non sa darsi una spiegazione sulle motivazioni che hanno spinto il ragazzo a togliersi la vita. «Siamo tutti sconvolti e non riusciamo a capire il perché di un gesto simile – dice – La casa dove è accaduto il fatto è adesso chiusa con la polizia dentro e l’inchiesta è in corso».
Un gesto ancora più inspiegabile dato che «il ragazzo non risulta essere tra quelli che hanno dimostrato il bisogno di essere seguiti da uno psicologo. Forse non ce ne siamo accorti però – conclude il direttore – e io adesso non riesco neanche a riconoscere me stesso di quanto sono sconvolto».
Intanto Alfonso Di Stefano della Rete antirazzista catanese denuncia un clima teso all’interno del centro. «Lo hanno raccontato i migranti stessi durante un’assemblea interetnica spontanea nata durante la conferenza stampa che abbiamo organizzato venerdì davanti al Cara per lanciare la giornata d’azione globale per i diritti delle e dei migranti, rifugiati e sfollati del 18», spiega. «La situazione è sempre peggio, sono troppi», conclude.