Un soggetto vicino ad ambienti terroristici sarebbe stato protetto e poi favorito nel ritorno verso il paese nordafricano, dopo essere ricercato in tutta Europa. Dieci le misure cautelari eseguite dalla finanza
Migranti, una nuova indagine su collegamenti Tunisia-Sicilia Procura di Palermo torna a ipotizzare contatti con terrorismo
Viaggi su gommoni veloci che garantivano i collegamenti tra la Tunisia e le coste occidentali della Sicilia. C’è questo al centro dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha portato all’individuazione di un’organizzazione transnazionale, composta da cittadini italiani ed extracomunitari, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il gip del tribunale del capoluogo ha emesso dieci misure cautelari, eseguite dai finanzieri dei comandi provinciale di Agrigento, Caltanissetta, Messina, Trapani e Siena.
La procura ipotizza anche il coinvolgimento di soggetti che avrebbero avuto collegamenti anche con ambienti terroristici. Si tratta di un uomo su cui pendeva un mandato di cattura europeo, spiccato dalla Germania per il reato di tentato omicidio, che avrebbe goduto di protezioni in provincia di Trapani per poi essere aiutato a fuggire in Tunisia.
L’ipotesi dell’ingresso di terroristi tramite i collegamenti illegali tra Tunisia e Sicilia negli anni scorsi era stata avanza dalla procura di Palermo nell’ambito dell’operazione Scorpion Fish. Tutto però si era ridimensionato in sede processuale.