La rimodulazione dei costi degli asili nido con un conseguente calo di iscrizioni, la chiusura dei centri diurni per anziani ad ottobre, il dirottamento dei fondi Pac dal Welfare da parte del governo nazionale, e infine un cambio di assessore a fine anno. Sono gli esempi che l'associazione di società civile fa per descrivere i servizi socieli a Catania. Chiedendo «un tavolo tecnico permanente tra gli addetti ai lavori»
2014, l’annus horribilis dei Servizi sociali a Catania Cittàinsieme: «Ora si faccia una vera carta dei servizi»
«Creare un tavolo tecnico in grado di riunire tutti gli addetti ai lavori e di redigere, dopo aver passato in rassegna sia le esigenze delle fasce più deboli della nostra città che i servizi posti in essere dalle numerose realtà associative, una reale carta dei servizi. A chiederlo in una lettera è la storica associazione di società civile Cittàinsieme, partendo da una riflessione sui servizi sociali a Catania nel 2014.
Quello appena trascorso è stato «un annus horribilis che si è aperto con una rimodulazione delle tariffe degli asili nido, che ha finito di fatto con lo scoraggiare le iscrizioni presso le strutture comunali. E l’annunciato bando in scadenza il 21 gennaio mette a rischio il futuro occupazionale delle lavoratrici ausiliarie», scrive l’associazione nella lettera. «A fine ottobre – prosegue Cittàinsieme nella nota -, la chiusura dei centri diurni per anziani. A fine anno abbiamo appreso che i fondi del Piano azione e coesione per il welfare locale sono stati destinati dal governo nazionale a misure previste dalla legge di stabilità 2015». E dopo l’elenco di disservizi e problemi strutturali al comparto, definito «deserto dei Tartari», Cittàinsieme si chiede se l’avvicendamento di fine anno ai vertici del Welfare della giunta guidata da Enzo Bianco tra lo psichiatra Fiorentino Trojano e l’ex segretario Cgil Angelo Villari sia stato davvero utile ai cittadini.
«L’augurio è che questo cambio al vertice sia del tutto estraneo a quegli equilibri di potere o rese dei conti interne che riducono la politica ad un mero parlarsi addosso senza dare soluzioni ai problemi che è chiamata a risolvere, considerando anche le ristrette risorse consentite dal Piano di rientro», scrive Cittàinsieme. L’associazione propone infine, «per contrastare i diktat del governo centrale, che continuano a svilire il ruolo dei comuni», una riorganizzazione interna alla direzione servizi sociali, che permetta «l’attuazione di progetti proposti dai cittadini avvalendosi di fondi comunitari», e un maggiore dialogo tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei fondamentali servizi.