Festa M5s, il mea culpa di Cancelleri sui giornalisti «Assange ha sbagliato. Stampa siciliana attenta»

«In una terra come la nostra, dove ci sono giornalisti che sono morti per dire la verità, è chiaramente una frase che suona quasi come un insulto». Giancarlo Cancelleri, il leader siciliano del popolo pentastellato non ha dubbi: la frase di Julian Assange, ieri in collegamento col Foro Italico di Palermo, è stata un pugno allo stomaco. Non si placano, all’indomani della due giorni di Italia a 5 Stelle, le polemiche sull’insofferenza manifestata da una parte degli attivisti del Movimento nei confronti della stampa. Secondo Cancelleri, «Assange non conosce la nostra situazione e le nostre battaglie in Sicilia». 

A proposito degli insulti ai giornalisti, il deputato regionale ammette: «Per quanto mi riguarda – e parlo a nome di tutto il gruppo all’Ars – non abbiamo nessun problema coi giornalisti. La stampa siciliana è sempre molto attenta a quello che avviene all’interno del Palazzo. Di battaglie ne abbiamo anche fatte insieme. Forse la vera domanda da porsi è: qual è, chi è un giornalista serio? Certamente non è uno che scrive sempre a tuo favore, ma è chi fa della notizia la vera arma di discussione. In Sicilia questo avviene, ma la differenza col nazionale devo marcarla, perché ho avuto rapporti anche con loro e spesso i giornali nazionali si sono occupati forse un po’ troppo di gossip e poco di contenuti. Forse la categoria dovrebbe prendere le distanze da chi, di fatto, non ha la stessa qualità della stampa seria e qualificata». 

In realtà, in molti ieri al Foro Italico di Palermo si sono chiesti se non fosse il caso di abbassare i toni dal palco, vista poi la reazione degli attivisti del Movimento. «Il problema – aggiunge Cancelleri – non è tanto fomentare, ma avere l’intelligenza di capire determinate cose. Io credo che la critica, seppur amara, quando rimane all’interno del comportamento civile, rimane un diritto sacrosanto. Altro sono, invece, fatti come quelli accaduti ieri, che mi sono dispiaciuti. Io non mi riconosco in questi gesti, non ho mai inteso la violenza come una forma di espressione, secondo me è solo una grave mancanza di intelligenza e non penso che possa essere riconducibile al fatto che dal palco qualcuno abbia potuto fomentare. L’attività di uno stupido, perché per me è solo quello, in questa festa non è minimamente riconducibile al Movimento 5 stelle».

In ogni caso, Italia a 5 Stelle «è stata una manifestazione bellissima – sottolinea ancora Cancelleri -, alla quale hanno partecipato tantissimi cittadini. Abbiamo parlato di politica nel modo in cui sappiamo fare, senza filtri, parlando direttamente con la gente. È un momento in cui riprendiamo fiato, dopo un anno in cui ci chiudiamo nei Palazzi, quindi magari a volte perdiamo anche la lucidità degli obiettivi e serve proprio per riprendere smalto, grinta, entusiasmo, per riuscire a mettere di nuovo un po’ di coesione».

L’ultima voce dal palco, prima di Grillo, è proprio quella di Cancelleri. Una consacrazione, in vista della campagna elettorale delle regionali: «Siamo pronti, perché vogliamo governare la Sicilia, vogliamo che la vittoria ci dia la possibilità di azionare le leve del cambiamento. Sarà un lavoro duro, ovviamente non è privo di rischi né di ostacoli. Una Sicilia a 5 Stelle sarà la Sicilia dei cittadini, la Sicilia della gente che potrà tornare a lavorare, una Sicilia che guardi al futuro e che abbia un programma. Crocetta ha un programma che va da qui a martedì, siamo sempre in attesa di capire cosa faranno. Ma il loro tempo ormai è finito».


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Il leader dei pentastellati in Sicilia ammette che «in una terra come la nostra, dove giornalisti sono morti per dire la verità, la frase di Assange suona come un insulto». Ma sottolinea come «i giornali nazionali spesso si occupano di gossip e non di contenuti». A lui l'ultima parola dal palco prima di Grillo: una consacrazione

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