I maltesi interessati a un volo Comiso-Palermo L’assessore Pizzo sui tempi e i costi per l’A19

Non solo la possibilità di un collegamento aereo tra Catania e Palermo. Ma anche uno da Comiso verso l’aeroporto Boccadifalco del capoluogo isolano e ritorno. È la novità emersa nel corso dell’incontro con le società aeroportuali delle città interessate. Presente l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo che conferma l’interessamento delle compagnie Ryanair e Alitalia, ma frena quanti si immaginano già ad allacciare le cinture: «Per ora c’è solo una manifestazione di interesse». Già in fase avanzata, invece, è la proposta ferroviaria come alternativa all’autostrada A19 Catania-Palermo. Dopo l’introduzione di due nuovi treni giornalieri e di altre sette coppie dal 3 maggio: «Una rivoluzione culturale». Il tutto in attesa dei lavori sull’autostrada, dopo che una frana partita da Caltavuturo ha provocato lo spostamento di un pilone e la chiusura di un tratto. Sulle denunce – rimaste inascoltate – dell’amministrazione del paese del Palermitano, Pizzo risponde con l’impossibilità della Protezione civile regionale di intervenire, a causa dei finanziamenti sempre più magri. E fa il punto della situazione in questa intervista telefonica rilasciata a MeridioNews proprio mentre si trova in viaggio da Palermo a Catania.

Assessore Pizzo, ha preso la strada via Messina o ha scelto il giro panoramico?
«La panoramica montana, diciamo così. Nel frattempo, faccio un sopralluogo».

Com’è andata la riunione di oggi con le società aeroportuali di Palermo e Catania? Conferma l’interesse di Ryanair e Alitalia?
«Per ora sì, confermo, ma vado cauto. Le società aeroportuali hanno attivato i contatti con tutte le società che fanno scalo nei rispettivi aeroporti. Questo ha prodotto l’interessamento delle due compagnie ma, per quanto riguarda orari e costi, vedremo quando sarà tutto nero su bianco. Oggi alla riunione ha partecipato anche l’aeroporto di Comiso con un proprio progetto di eventuale collegamento con Palermo-Boccadifalco tramite delle compagnie maltese. Adesso devono contattare l’Enac per capire come fare. Di certo si tratterà di piccoli aerei, perché parliamo di una potenziale utenza ridotta».

Pare che la compagnia Ryanair si avvalga spesso di sussidi locali per attivare nuove tratte o potenziale i voli. C’è questa possibilità?
«No, non ci sono contributi previsti. Anche perché, se avessi i fondi, lavorerei più sulle isole minori che hanno gravi problemi di collegamento. Ma con questa Finanziaria… In ogni caso, l’utenza di un eventuale volo Palermo-Catania immagino che sarebbe composta per lo più da professionisti che scelgono il mezzo più conveniente per il loro lavoro. Una questione di mercato, insomma, e non sociale».

A proposito di scelte e alternative all’autostrada, ci sono i treni…
«Ecco, io su questo voglio chiarire una cosa. Non è che mi sono svegliato una mattina, durante l’emergenza, e ho pensato di potenziare i treni. C’era già un progetto avviato con Trenitalia e previsto per dicembre. Poi, considerata la situazione, ho avuto la loro disponibilità ad anticipare i tempi. Il problema però è che il siciliano è individualista; non ama i mezzi collettivi per natura e considera il treno poco dignitoso».

Non che finora lo fosse, a dirla tutta.
«Certo, il servizio non era all’altezza. Ma adesso arriveranno altre sette coppie di treni, quindi 14 nuove possibilità al giorno. Ci metterà due ore e cinquanta, quanto il pullman, ma viaggiando più comodi su un Minuetto. Sarà una rivoluzione culturale, che è già in atto. Lunedì mi segnalavano che il primo nuovo treno introdotto era pieno per metà, mentre già oggi lo era al cento per cento».

In attesa della rivoluzione, come procede il progetto di demolizione del viadotto sulla A19? Conferma che per la bretella ci vorranno tre mesi?
«Sì, ed è un tempo che serve più che altro per la parte aerea che deve si agganciare in alto al viadotto. L’Anas si è riunita con la Protezione civile e la struttura che si occupa del rischio idrogeologico e mi hanno confermato che in una settimana riceveremo sia il progetto per la demolizione che quello per la bretella». 

Si è fatto un’idea dei costi?
«I soldi per la bretella sono già in capienza Anas; per il viadotto invece ci vorranno circa 30 milioni che sono nella disponibilità del contratto di programma Anas. La società sta chiedendo l’autorizzazione al Ministero per inserire questa voce che prima non era prevista, ma non credo che ci saranno problemi».

Quello che invece pare fosse prevedibile, stando alle segnalazioni del Comune di Caltavuturo, era invece la frana. Perché la Regione le ha ignorate?
«Premesso che la questione riguarda l’assessorato Ambiente e territorio e che a me non è arrivata nessuna segnalazione diretta, mi è stato spiegato che c’è un problema di ordinamento: la norma prevede il rischio, e quindi i finanziamenti, per le zone R4 cioè i centri abitati. Se il pericolo è in un’aera di campagna, senza case, anche se viene segnalato non ci sono i soldi per intervenire. Per rendere l’idea, la Protezione civile incassa 40mila euro per tutta l’isola».

Cioè non ci sono i soldi nemmeno per le emergenze?
«Precisamente. Almeno prima il Genio civile avevo lo strumento della somma urgenza, ma il fondo è passato dai dieci milioni del 2014 agli 800mila euro di quest’anno. Già esauriti».


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