Il professionista siciliano, arrivato in fondo al prestigioso concorso di fotogiornalismo, si racconta a MeridioNews. Dagli studi in Chimica all'immagine che racconta la storia di Manal, bambina irachena con il volto coperto da una maschera in attesa che possa sottoporsi a un’operazione di ricostruzione del viso
World press photo 2018, un catanese tra i finalisti «Scatto che emoziona per i suoi contrasti visivi»
«Credo che quella foto emozioni anche a causa dei suoi contrasti visivi». Non sappiamo se questa sia tra le ragioni che hanno portato lo scatto di Alessio Mamo, fotografo catanese classe 1977, alla finale del World press photo 2018. Quelle descritte, però, sono le sensazioni che l’immagine regala a chi l’ha realizzata: «Ricorda tanto una piccola eroina di qualche fumetto – continua Mamo -, anche se Manal eroina lo è anche nella realtà».
Manal è una bambina sfigurata in viso e costretta a portare una maschera in attesa che un intervento di chirurgia plastica le restituisca il volto. I suoi lineamenti sono sfregiati a causa di un’esplosione avvenuta nella città di Kirkuk, in Iraq.
La foto è stata scattata durante l’estate di un anno fa. «Medici senza frontiere mi aveva chiesto di lavorare a un progetto sull’ospedale di chirurgia ricostruttiva di Amman, che cura i feriti di guerra provenienti da tutto il Medio Oriente. «In quell’ospedale avevo già passato diversi mesi l’anno precedente con un lavoro da freelance ed è lì che mi sono affezionato alle persone, allo staff e ai pazienti». Il fotografo catanese racconta il clima che si respirava durante i primi giorni, «È stato molto difficile lavorare e rimanere impassibili. Quando sono entrato nella stanza ho visto Manal con la maschera sono rimasto molto colpito. Lei è una bambina di undici anni – spiega Alessio -, ed è piena di vita, le piacciono molto il disegno e la chitarra. L’ho vista e ho chiesto alla mamma e alla piccola il permesso di fotografarla».
Quella ad Amman è stata una delle esperienze più forti della mia carriera
Prima di dedicarsi alla fotografia gli studi in Chimica e un lavoro in laboratorio che si è rivelato «una scelta sbagliata – racconta Mamo a Meridionews -. Ho studiato solo per seguire le orme di mio padre, docente all’università. Non provavo alcun particolare interesse o fascino verso quella materia». Alessio è sempre stato un amante del cinema e della pittura, grazie anche al contatto con la madre che insegnava Storia dell’arte. Il laboratorio di chimica inizia a stargli stretto e così nel 2008 inizia a viaggiare. «Mi sentivo soffocare». Trentenne scopre il mondo della fotografia e inizia gli studi a Roma, ma ciò che cambia il suo percorso è l’incontro con Hans Madej, un importante fotografo tedesco. «Ha innescato in me una scintilla che non si è più spenta. Una bella fotografia la si apprezza senza il ricorso a traduttori o dizionari ma si comprende da qualsiasi angolo del mondo», svela al nostro giornale. I due si sono incontrati durante un lavoro in Sicilia sulla festività della Pasqua. «Siamo diventati subito amici e mi ha permesso di seguirlo, rivelandomi parecchi segreti».
Sono trecentododici le fotografie selezionate dalla giuria del World press photo per la finale del prestigioso concorso internazionale giunto alla sua sessantunesima edizione. Solo cinque gli italiani in gara. I vincitori delle diverse categorie saranno annunciati il 12 aprile durante la cerimonia di Amsterdam e le foto più belle saranno esposte in una mostra a Palermo il prossimo autunno.«Per me conta molto che la mia foto abbia vinto un premio nella categoria people, perché ci sono sempre le persone dietro al mio obiettivo. Quella ad Amman è stata una delle esperienze più forti, ma al contempo più belle della mia carriera». Dopo la cerimonia di Amsterdam Alessio Mamo ha già un progetto ben chiaro in testa: tornere in Iraq per un lavoro iniziato qualche mese fa sulle corti anti-terrorismo.