L'attività vulcanica è cominciata ieri quando il mare ha cominciato a ribollire e oggi non si placa. Il primo cittadino ha diramato l'allerta gialla. Proseguono le attività di misurazione. Intanto i residenti lamentano intossicazioni da fumo
Vulcano, nuove bocche fumaroliche alla spiaggia di Levante Sindaco: «Situazione stabile». Ingv: «Normali anomalie»
Si sono aperte ieri nuove bocche fumaroliche, anche a bassa quota, a Vulcano. L’emissione di gas è stata registrata in particolare vicino alla spiaggia di Levante, con il mare che ribolle, e al laghetto termale. Il sindaco Marco Giorgianni, dopo l’allerta di livello giallo per l’attività del vulcano, esclude tuttavia l’evacuazione dei 500 abitanti e dei tanti turisti che continuano a trascorrere le loro vacanze nell’isola. «La situazione, per il momento, è stazionaria – assicura Giorgianni a MeridioNews – l’attività di monitoraggio sta proseguendo e, se e quando sarà il caso, prenderemo gli opportuni provvedimenti». A preoccupare gli abitanti sarebbero però anche alcuni centinaia di capi di bestiame (mucche, buoi, capre, pecore e suini) di proprietà di alcuni allevatori dell’isola. Intanto, da parte dei vulcanologi dell’Ingv prosegue la campagna di misura delle deformazioni del suolo al cratere de La Fossa e su tutta l’isola, sulla rete geodetica, che vanta una serie storica tra le più lunghe del mondo.
Oggi l’attività non si è placata, con i vapori che, trasportati dalle folate di vento, invadono anche alcune case, creando apprensione e disagi tra gli abitanti. «I dati del monitoraggio – spiega il direttore dell’Osservatorio etneo dell’Ingv di Catania Stefano Branca – indicano che il flusso di gas dalle fumarole è alto nella zona del cono del cratere della Fossa; e nelle zone basse, dove è noto da tempo, i valori sono sempre anomali durante queste crisi, e cioè nell’area ex camping Sicilia e in alcuni punti nella spiaggia di Levante».
Tra gli abitanti c’è chi afferma che «la situazione è insostenibile» e per sicurezza non ha voluto dormire nella propria abitazione e c’è chi, invece, come chi abita nel borgo di Gelso, rivela di essersi intossicata per la terza volta. «Purtroppo – spiega una residente della zona all’Ansa – quando c’è un certo vento succede. Ma siccome si convive, non siamo più disposti ad affidare la nostra esistenza a scarni comunicati». «Pretendiamo un ritorno al passato – prosegue la residente – con riunioni settimanali con la protezione civile e i vulcanologi». Ma c’è anche chi invita alla calma e getta acqua sul fuoco. «C’è da stare tranquilli – sostiene all’agenzia di stampa chi vive al piano terra di un’abitazione privata – ricordo che rispetto ai fenomeni di anni fa, i valori nei punti a rischio sono più bassi. Si tratta solo di un fenomeno passeggero».