Vittoria, la vita dei bimbi che vivono nelle campagne L’impegno dei volontari valdesi per portarli a scuola

Sognano di rimanere in Italia. Le bambine vogliono fare le parrucchiere, i maschietti i carabinieri o i poliziotti. Fino all’anno prossimo ci penserà la chiesa valdese a garantire il loro diritto all’istruzione, poi ci vorrà un aiuto concreto da parte delle istituzioni. Stiamo parlando delle centinaia di ragazzini, perlopiù di origine rumena e magrebina, che vivono in condizioni di degrado assoluto tra le serre della fascia trasformata di Vittoria, Santa Croce Camerina e Acate. Le loro storie sono al centro della video-inchiesta Anch’io vado a scuola, realizzata da Martina Chessari e Carmelo Riccotti La Rocca.

I due hanno viaggiato e si sono immersi in quelle campagne disperse e spesso inespugnabili, ricavandone immagini inedite sulla condizione abitativa delle famiglie e denunce importanti sullo sfruttamento. Il video racconta la giornata tipica degli operatori che, a bordo di uno scuolabus, vanno a prendere i bambini e li portano a scuola, raccogliendone sogni, timori e ambizioni. Al termine delle lezioni, poi, li riaccompagnano di nuovo in campagna.

Il lavoro è stato presentato ieri sera al Chiostro delle Grazie di Vittoria, in occasione della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia. L’inchiesta si inserisce all’interno del progetto iniziato nel 2016, finanziato dalla chiesa valdese e incentrato sul tema della scolarizzazione con, sullo sfondo, il fenomeno del caporalato. Lo stesso progetto che, a giugno, ha visto questi bambini diventare attori, grazie agli operatori della Caritas che hanno ideato per loro lo spettacolo teatrale Serrenentola, portato in scena al teatro Don Bosco di Ragusa e a Vittoria.

«Sono bambini che vivono nelle periferie sperdute dell’area ipparina e che non hanno i mezzi per raggiungere la scuola – spiega Chessari -. L’anno scorso siamo riusciti a inserirne ben 16 all’istituto Vittoria Colonna. Andavano dai 3 ai 14 anni. Li abbiamo recuperati nel territorio, grazie alla cooperativa Proxima che era già in contatto con le famiglie. La dirigente scolastica Vittoria Lombardo ha inserito i più piccoli nella scuola dell’infanzia, mentre per quelli più grandi è stata creata la classe dell’accoglienza di scuola primaria e secondaria fino a quando il livello di scolarizzazione non ha permesso di dividerli nelle classi giuste. Adesso questi bambini sono perfettamente integrati».

«In ballo ci sono figli come i nostri, che hanno il diritto di essere bambini e che non sono i cittadini di domani, ma già di oggi», ha commentato il segretario generale della Cgil Ragusa Peppe Scifo. Che poi ha attaccato le istituzioni del territorio. «Sono assenti, in primis i sindaci di Vittoria e Acate. Solo in questi territori sono iscritti negli elenchi Inps quattromila lavoratori rumeni dietro cui ci sono interi nuclei familiari e quasi tutti vivono in mezzo a territori devastati e abbandonati, con montagne di spazzature che finiscono per essere bruciate, tra sfruttamento e degrado. Altri – ha aggiunto Scifo – non sono nemmeno censiti e questo li pone in una condizione di fragilità che li rende facilmente ricattabili. È una condizione di invisibilità che perdura da anni e che non può più essere affrontata solo da persone di buona volontà».


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Una video-inchiesta racconta le difficoltà di chi vive nell'entroterra ipparino. Luoghi lontani dalle istituzioni, non solo fisicamente, e popolati da famiglie spesso di origine straniera. «È una condizione di invisibilità che non può più essere affrontata solo da persone di buona volontà», denuncia il segretario della Cgil

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