Il risultato adesso è ufficiale: il sindaco di Vittoria verrà eletto in seguito al ballottaggio del 19 giugno, tra Giovanni Moscato e Francesco Aiello. La tendenza si è delineata immediatamente, sin dalla prima scheda scrutinata, con Moscato in vantaggio di circa nove punti percentuali su Aiello. Non hanno atteso la fine del lunghissimo spoglio: già alle 2 il più giovane ha percorso i pochi metri che dividono i due comitati elettorali e gli ha teso la mano. Una stretta, con la certezza del confronto a venire.
A dividere Moscato e Aiello più di duemila voti, l’opposta provenienza politica e 30 anni d’età. Il primo non è mai stato sindaco, ma da dieci anni è consigliere comunale; il secondo invece ha governato cinque volte la città, tra il 1978 e il 2006.
Soddisfazione visibile e adrenalina hanno tenuto svegli fino al mattino il comitato elettorale di Giovanni Moscato. I rappresentanti di lista comunicavano notizie sempre più confortanti e la prima impressione era di una forbice più ampia, che poi si è leggermente ridotta. Presenti nella sede anche Giovanni Mauro e Giorgio Assenza, rispettivamente senatore, eletto con il PdL e oggi nel gruppo misto, e deputato regionale nel gruppo di Forza Italia. «Abbiamo bucato anche nel cosiddetto fronte rosso (le sezioni popolari in cui la sinistra è stata storicamente fortissima, ndr) – ha commentato soddisfatto Moscato -. Questo perché abbiamo lavorato bene: una campagna porta a porta, in vecchio stile, e senza insulti, che ha pagato».
La sua analisi mette in luce la strategia per il ballottaggio, quando la competizione verrà ulteriormente radicalizzata: «È una scelta di cambiamento: i partiti anti-sistema (oltre la coalizione di Moscato, il M5S e la lista civica Progetto Impresa, ndr), unendo i voti, arrivano circa al 70 per cento. La città si è schierata contro chi ha governato».
«C’è un profondo mutamento nella struttura della città che considero preoccupante», esordisce Aiello. Il candidato definisce «stranezze» il risultato del Pd che ha registrato «l’assoluta scomparsa del consenso» caratterizzato «dall’abbandono del candidato da parte dei gruppi dirigenti e il travasamento del consenso che si è verificato». Aiello poi va avanti. «Il fenomeno grillino si è fermato all’interno di contraddizioni gravi. E comunque la cricca è uscita dal Municipio con una coda velenosa spaventosa sotto il profilo etico e politico».
Nonostante il distacco, Aiello è fiducioso in vista dello scontro diretto: «La campagna elettorale per il ballottaggio è un’altra cosa. Non si riparte da zero, ma da tre: perché terremo fermi alcuni punti del programma. Andremo avanti, per la ricostruzione civile di una città mortificata».
Entrambi andranno al ballottaggio e potrebbero incidere, nelle vecchie logiche di realpolitik, i futuri accordi con gli esclusi. Moscato nega da tempo, e ha già nominato la squadra assessoriale al completo: «Dialogherò con tutti, chiedendo alla città di cambiare in maniera epocale. Noi non parliamo né con i partiti né con le liste civiche, ma direttamente con i vittoriesi». Aiello invece avrebbe spazio in giunta, avendo nominato solo tre assessori: «Parleremo con l’elettorato del Pd e della città intera, ma non abbiamo apparentamenti da fare: voglio parlare con la gente. La partita è tutta da farsi». E si chiuderà tra due settimane.
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