Visti da qui 5 / La finestra sul mondo di Firenze? L’UniversitArea

Gaetano Cervone e Matteo Brighenti sono rispettivamente direttore e vicedirettore de l’UniversitArea, giornale universitario scritto, edito e distribuito a Firenze. Li abbiamo intervistati per conoscere la loro esperienza sulle rive dell’Arno.
 
Cos’è l’UniversitArea?
«L’UniversitArea è un’idea: raccontare la realtà universitaria fiorentina (e la sua politica) con spirito critico, indipendente e, possibilmente, obiettivo, comunque slegato da qualsivoglia lista o schieramento partitico. Una novità assoluta per l’Ateneo di Firenze, dove sono presenti principalmente fogli d’informazione legati, direttamente o indirettamente, a liste partitiche d’Ateneo».

Qual è la vostra “missione”?
«L’idea de l’UniversitArea è mossa dall’esigenza di focalizzare maggiormente l’attenzione su aspetti del mondo universitario troppo spesso ignorati dai media, o nel migliore dei casi trattati con disarmante superficialità. Parlare dell’università in modo da allestire non solo quel palco dove si pongono domande e si cercano risposte, ma anche quella finestra attraverso la quale chi non vive direttamente l’Ateneo possa almeno sporgersi per tentare di comprenderlo. Come giornalisti de l’UniversitArea ci sentiamo responsabili della correttezza di quello che scriviamo (correttezza dei dati, delle fonti). Eccetto al nostro editore, l’Associazione Studentesca apartitica “Università degli Studenti”, possiamo dire, con tranquilla fermezza, che noi non dobbiamo rendere conto a nessuno. Per questo rispettiamo la scelta di “Università degli Studenti” di spendersi in prima persona alle prossime elezioni studentesche affinché le associazioni che non fanno politica attiva possano avere uguale riconoscimento e trattamento dalle istituzioni accademiche».

Quando è nato il giornale?
«L’UniversitArea è un’idea che abbiamo avuto la forza e la fortuna di tramutare in realtà: un bimestrale freepress registrato al Tribunale di Firenze il 4 luglio 2007 rivolto a tutti gli studenti dell’Ateneo fiorentino».

Qual è la sua struttura e come viene distribuito?
«16 pagine stampate su carta patinata, colore alternato a bianco e nero (la prima pagina e l’ultima sono a colori) in tiratura di poco meno di 2.500 copie, distribuite presso il Polo delle Scienze Sociali di Novoli con appositi espositori e in tutte le altre facoltà di Firenze tramite distribuzione a mano».

Com’è composta la redazione?
«La redazione conta una ventina di collaboratori, tutti studenti provenienti da facoltà come Scienze Politiche, Giurisprudenza, Economia, Lettere e filosofia. Il direttore è stato nominato dal Consiglio direttivo di “Università e Studenti”, che – a garanzia e tutela della redazione – ha dato mandato a quest’ultima di nominare un comitato di redazione. Il vicedirettore, figura di raccordo e di compensazione tra la direzione e la redazione, viene nominato in maniera congiunta dal direttore e dal comitato di redazione. Accreditati nella gerenza, infine, il grafico, che cura l’impaginazione del periodico e il nostro fotografo, che segue gli “inviati sul campo”. L’UniversitArea è anche online su www.unistudi.eu, sito rilanciato in occasione delle proteste studentesche dello scorso novembre e divenuto ormai un punto di riferimento per studenti e giornalisti locali».

Avete avuto successo finora?
«In quasi due anni di vita siamo riusciti a diventare quel giornale di Ateneo che mancava ad una grande e importante Università com’è quella di Firenze. Sappiamo benissimo che non ci siamo scelti un lavoro facile. Ma con questo lavoro, con il nostro lavoro, crediamo di poter contribuire al miglioramento della realtà universitaria fiorentina (e della sua politica). Discutere, commentare, analizzare temi, argomenti e questioni trattati dai media nazionali non avrebbe senso: l’umiltà è la forza del nostro giornale, noi pretendiamo di esprimere pareri e giudizi sulla nostra realtà. Quella che conosciamo bene: l’università. Quella che dagli altri è ignorata o trattata con superficialità».

Un giornale universitario vive ovviamente all’interno del proprio Ateneo, seppur in modi diversi. Com’è finanziato il vostro progetto? Come mantenete i rapporti con l’Ateneo?
«L’UniversitArea nasce grazie ai fondi messi a disposizione ogni anno dall’Università di Firenze per finanziare iniziative studentesche culturali e sociali. L’UniveritArea è stato il progetto editoriale presentato per i passati due anni da “Università degli Studenti”. Dal momento che i fondi destinatici si sono rivelati fin da subito insufficienti, abbiamo iniziato a cercare, nel rispetto del Bando per le iniziative studentesche e dello Statuto dell’associazione, finanziamenti da soggetti privati (ad esempio, istituti di credito, aziende, società di trasporti). I rapporti con l’Ateneo e il suo ufficio stampa vengono tenuti direttamente dalla direzione de l’UniversitArea(direttore e vicedirettore) su mandato del comitato di redazione».

Quali sono i vostri metodi di lavoro?
«Settimanalmente si riunisce il comitato di redazione e la direzione per definire il menabò de l’UniversitArea e pianificare gli aggiornamenti online. Una volta definiti gli aggiornamenti del sito, viene dato l’incarico a tutti quei collaboratori che hanno dato la propria disponibilità per quella settimana. Quanto all’edizione cartacea, una volta decisi i temi da trattare, viene convocata una riunione di redazione per presentare e discutere tali temi ed apportarvi eventuali modifiche. Gli articoli, una volta stesi, vengono inviati alla direzione che ne controlla lo stile, la forma e la rispondenza del contenuto al tema assegnato. Nei casi in cui vengano riscontrate delle criticità, il direttore convoca il collaboratore e gli spiega quali sono le parti da migliorare, perché se è vero che al direttore spetta l’ultima parola, è anche vero che il rispetto dell’integrità e della riconoscibilità del e nel proprio lavoro sono diritti per noi inviolabili».

Qual è la struttura del giornale? Vi occupate solo di università?
«Vengono trattati non solo temi legati all’università, come avviene sia nella sezione “Visti da vicino” (lo speciale dedicato all’approfondimento di uno specifico tema, con inquadramento nazionale, regionale e cittadino) che in quella di “Università e studenti” (dove si mettono in risalto le iniziative, i progetti, le individualità degli afferenti all’Università di Firenze), ma anche all’Italia, agli Esteri, agli incontri e alla cultura (con interviste a registi, scrittori, musicisti e recensioni di libri, film, musica, moda) nella sezione “Zeta come cultura”. In particolare, alla città di Firenze è dedicata una sezione, “La mia città”, in cui proviamo a tracciare, con sguardo attento e non succube della storia di bellezza (o meno) che ci circonda, un’immagine non campanilistica della nostra città, una sezione in cui proviamo a ricercare e trasmettere ai nostri lettori una Firenze nascosta, poco praticata dai media ufficiali. Un’idea simile guida anche la scelta degli argomenti trattati nelle sezioni “in Italia” e “nel Mondo” attraverso le quali vengono ripresi temi, argomenti, problemi accantonati dalla stampa nazionale e locale, da noi analizzati con il prezioso contributo di docenti dell’Ateneo fiorentino esperti di specifici settori».

E come utilizzate il sito collegato al giornale?
«L’immediatezza e la rapidità di Internet ci permette di svolgere su www.unistudi.eu una funzione di watchdogging nei confronti dell’Amministrazione Comunale sui temi riguardanti l’Università. Cosa che abbiamo fatto, ad esempio, durante le primarie di coalizione per il candidato del Partito Democratico a sindaco di Firenze».

I giornali universitari nascono anche per imparare un mestiere, ma non solo. Quali sono le figure che guidano la vostra redazione?
«Noi siamo la nostra redazione. Nessun professore fa parte né della redazione né dell’Associazione editrice del periodico. L’unico giornalista ‘tesserato’ è il direttore. L’UniversitArea è davvero un laboratorio di giornalismo autogestito nato, possiamo dire, completamente dal basso, fatto da studenti e rivolto a studenti. Anche in questo caso il giornale è riuscito dove altri, il Master toscano in giornalismo in primis, hanno fallito: dare la possibilità a chi vuol diventare giornalista di sperimentare, nel senso pratico del termine, cosa significa essere un giornalista e confrontarsi ogni giorno con la notizia e chi la produce».

In che rapporti siete con chi si occupa di comunicazione istituzionale?
«Siamo in buoni rapporti. Dopo un’iniziale momento di scetticismo, siamo riusciti, forti della credibilità maturata con il nostro lavoro, ad accreditarci come la ‘voce’ dell’Università di Firenze».


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