Il nuovo Magnifico conquista la scena dell'autoditorium dei Benedettini. Tra i vanti i fondi e i progetti su didattica e ricerca. C'è poi l'idea di promuovere la brand identity. «Gli iscritti devono indossare la nostra felpa e non quella di Stanford», dice
Unict si compatta in assemblea con il rettore Priolo Dall’inchiesta al futuro. Ma gli studenti sono assenti
«Quello che è stato è stato, adesso dobbiamo prepararci a due esami importanti». Francesco Priolo, rettore dell’università di Catania, conquista la scena dell’auditorium del monastero dei Benedettini con l’intenzione di mettere una pietra sopra al passato e proiettarsi verso il futuro. Troppo ingombrante l’inchiesta Università bandita, che poco meno di tre mesi fa ha travolto l’ateneo. Questa mattina docenti, delegati del rettore e personale tecnico-amministrativo hanno riempito l’auditorium del dipartimento di Scienze umanistiche, in occasione dell’assemblea d’ateneo. Davvero pochi gli studenti presenti e quella che doveva essere un’assemblea pubblica si è trasformata in una vera e propria presentazione dei progetti targati Unict.
Una convention che ricorda le migliori performance di Steve Jobs. Microfoni e cuffie wireless per tutti gli intervenuti e l’ausilio di slide con cui sono stati presentati i dati su didattica, ricerca, internazionalizzazione e trasparenza. Nessun riferimento all’inchiesta giudiziaria. Il primo a conquistare la scena è stato il rettore Priolo. Tra i vanti c’è lo stanziamento di sette milioni di euro per la ricerca, 500mila euro per premi di merito, e l’attivazione delle ‘cabine di regia’ per progetti su didattica, ricerca, internazionalizzazione, terza missione e comunicazione. Ma, per ammissione dello stesso rettore, «c’è ancora tanto da fare. Ma bisogna partire dalla consapevolezza dei problemi e dall’impegno e dalla partecipazione degli studenti per addivenire a soluzioni condivise».
Priorità massima alla comunicazione. Nelle intenzioni dei vertici Unict c’è il miglioramento del sito web, «che sarà costantemente aggiornato per mettere in evidenza le missioni dell’ateneo», ribadisce il rettore, e la creazione di una brand identity. «Un progetto ambizioso – spiega – sarebbe riuscire a rendere orgogliosi gli studenti di appartenere all’università di Catania». Studenti che, continua il rettore, «non devono essere solo semplici fruitori, ma parte attiva e partecipe del cambiamento. Così – sottolinea Priolo – invece di indossare la felpa di Stanford, gli studenti preferiranno quella di Unict».
A questo seguono altri roboanti annunci. Si parla della campagna Unict si differenzia, che verrà lanciata nel 2020 per promuovere la separazione dei rifiuti; e ancora la stipula delle convenzioni a medio termine con alcune imprese «perché – sottolinea il Magnifico – è fondamentale collaborare col territorio e reperire risorse funzionali all’espletamento delle nostre attività». Infine la costituzione di una commissione specifica sulle emergenze climatiche. Ma a farla da padrone è la nomina del nuovo direttore generale. Candeloro Bellantoni, dopo la lettera divulgata alle testate giornalistiche, si è ufficialmente dimesso. Al suo posto, almeno per il momento, c’è Giuseppe Caruso, dirigente area della didattica che, fino alla nomina del nuovo vertice e senza ulteriori oneri aggiuntivi, ricoprirà l’incarico in veste di facente funzioni.
Ma la nomina del nuovo direttore generale non è l’unico argomento caldo. Sul piatto c’è la stabilizzazione di molti lavatori precari. Ed ecco un altro annuncio. «Domani sarà un giorno storico – dichiara soddisfatto Priolo – perché 140 dipendenti d’ateneo firmeranno il contratto a tempo indeterminato». Un’operazione che si aspettava da anni e che per il professore è una scelta «doverosa e condivisa». Ma a pagarne lo scotto sono gli altri 50 lavoratori a cui è stato annunciato il mancato rinnovo contrattuale e che alla scadenza del contratto dovranno andare a casa. «Per loro – risponde sinceramente Priolo – lavoreremo ma non posso prendere impegni che non so se posso mantenere».