Una proposta all’Anci, Foti: “Solo lo Statuto può risolvere i problemi dei Comuni siciliani”

UNA LEGGE VOTO PROMOSSA DAI COMUNI SICILIANI PER CHIEDERE A ROMA LE RISORSE DOVUTE ALLA NOSTRA REGIONE. QUESTA LA VIA PER SALVARE GLI ENTI LOCALI DA UN DEFAULT ANNUNCIATO

Il documento programmatico presentato ieri dall’Anci Sicilia a Palermo non contiene soluzioni reali ai problemi finanziari dei Comuni siciliani. Ne è convinta Cettina Foti, consigliere comunale di Randazzo (Catania) che, sempre ieri, ha presentato una sua proposta ai vertici dell’Associazione dei Comuni. Eccola:

“Sono un Consigliere comunale di Randazzo, un comune in Provincia di Catania, e so bene i problemi che hanno amministratori e consiglieri.

In un piccolo paese come il mio, 12000 abitanti circa, si tocca con mano il disagio dei cittadini, ancor di più che nelle grandi città. Tutti i giorni viene qualcuno che non sa cosa dare da mangiare ai propri figli ed è devastante per chi fa “politica seria” non sapere come aiutarli.

I problemi dei comuni a fronte dei minori trasferimenti è reale e serio, ma dal documento programmatico presentato oggi (ieri, ndr) è come se si facesse il processo ad una Regione (che non sono assolutamente qua per difendere) rea di avere chissà quali tesori nascosti che non vuol dare ai Comuni. E questo lo si afferma nascondendo le pesantissime responsabilità europee e soprattutto italiane nei confronti della Sicilia.

In tutto il documento non si accenna, minimamente, all’attuazione dello Statuto d’Autonomia siciliana, ma si parla di Federalismo fiscale che peraltro è un termine totalmente errato, in quanto non corrisponde al processo in corso nel nostro ordinamento e parlando di Federalismo fiscale ci si dimentica che la Corte Costituzionale ha stabilito che per la Sicilia questo significa tutt’altra cosa: dare attuazione al federalismo fiscale previsto dallo Statuto, che è più avanzato di quello attuabile nelle altre Regioni e che aspetta vergognosamente di essere applicato da quasi 70 anni!!

– Quali sono i dati della truffa (perché di questo si tratta) dello Stato ai danni della nostra terra?

Eccoli: Ex art. 36 dello Statuto: Solo i 2/3 di IRPEF, IRES, IVA E IRAP affluiscono in realtà alla Sicilia, per effetto delle ritenute alla fonte, e per altre “diavolerie” dovute al fatto che l’Agenzia delle Entrate è restata in capo allo Stato, anche se l’art. 37 dice che deve essere regionalizzata, mentre oggi ne paghiamo comunque il costo.

LA PERDITA TOTALE ANNUALE PER LA SICILIA E’ DI CIRCA 3 MILIARDI DI EURO (stima molto ristretta)!

IVA alle Dogane: PERDITA TOTALE ANNUA DI CIRCA 4 MILIARDI DI EURO!

Altre imposte non comprese tra quelle riservate allo Stato dal 2° comma dell’art. 36 e nonostante ciò trattenute dallo Stato: varie imposte sostitutive, royalties su offshore nelle acque territoriali, imposte di consumo, ecc. : PERDITA TOTALE ANNUA DI CIRCA 3 MILIARDI DI EURO;

Per non parlare di compartecipazioni sulle accise e sulle altre entrate erariali ex 2° comma art. 36: dovute, in quanto lo Stato ha trasferito tutte le funzioni a Regioni ed Enti locali.

Negli anni passati la legge di Stabilità dello Stato ha “accollato” alla Regione fino al 50% del Fondo Sanitario Nazionale in cambio di una prima compartecipazione alle accise petrolifere, ma questa compartecipazione non c’è mai stata!!

– Art. 37 : da valutare in almeno 5 miliardi di euro all’anno

Vi chiederete: ma tutto questo come incide sui minori trasferimenti ai Comuni? Come incide sulla situazione disastrosa in cui tutti i comuni versano?

E’ semplice: Incide moltissimo! La chiave di tutto è proprio quello che lo Stato non ha mai concesso alla nostra Regione e che quindi per non naufragare taglia i fondi ai Comuni.

Ma immaginate cosa si potrebbe fare per gli Enti Locali e, soprattutto per i cittadini, con entrate in più nelle casse regionali che, in virtù di quanto ho appena elencato, potrebbero ammontare a circa 15-16 miliardi di euro all’anno?

Ma possibile che l’Anci sia a conoscenza di tutto ciò?

Perché se lo fosse, non avrebbe mai omesso di parlarne.

Capirete bene che il problema non è quello su cui è incentrato il documento programmatico e non capisco il perché si chieda a gran voce il Commissariamento della Sicilia, appellandosi allo Statuto per poi ignorare totalmente la sua esistenza nel Documento.

Ricordo a me stessa che il Commissariamento contemplato nel nostro ordinamento è transitorio e prevede solo la nomina di Commissari per indire nuove elezioni.

Pertanto non vedo in quale modo questo possa risolvere il problema dei comuni siciliani e quindi ritengo che bisogna seppellire tutte le ambizioni personali, “autoincensarsi” e autocandidarsi alla guida della Sicilia ed evitare sopratutto, (cosa ben più grave), di svuotare la Regione delle sue risorse e soprattutto dello Statuto, che tutti ci invidiano, ma che noi non abbiamo saputo sfruttare nelle sue parti migliori.

Ritengo che debba partire dalla base (dagli Enti locali) una proposta che sia innovativa, visto l’immobilismo dei deputati all’ARS ed anche della Regione sul tema dell’applicazione dello Statuto.

Mi direte adesso : qual è la tua soluzione al problema?

Eccola:

L’ANCI si faccia promotrice di una legge di iniziativa comunale, ai sensi dell’ ex art. 12 dello Statuto, che sia LEGGE VOTO dello Stato. La legge proposta dai Comuni, con l’approvazione dei relativi Consigli Comunali, (basta il 40% dei Comuni), con la quale si chiede l’attuazione totale degli artt. 36-37 dello statuto, venga approvata dall’ARS e inviata, a stretto giro (entro un mese al massimo), a Roma per essere approvata. Noi non stiamo chiedendo soldi allo Stato, ma solo quello che ci spetta e che è nostro! Inoltre, così facendo, non sarà la Regione siciliana a chiedere, ma la base, il territorio, i comuni! E a Roma dovranno tenere conto di ciò perche chiesto dai cittadini siciliani non solo dalla classe politica. Se non lo faranno…. allora andremo a Bruxelles!!

Presidente Orlando, è questa la strada giusta. Dimostri di voler bene alla Sicilia e tutti insieme potremo vincere, uniti”.


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