Una petizione per fare riaprire il caso di Viviana e Gioele Padre e marito: «Chiedo vostro aiuto per verità e giustizia»

«Giustizia e verità. Riapertura del caso di Viviana e Gioiele». È questo il titolo della petizione lanciata su Change.org da Daniele Mondello, il padre di Gioele – il bambino di quattro anni – e marito della dj 43enne Viviana Parisi. Mamma e figlio ritrovati morti, a giorni di distanza l’una dall’altro, nei boschi di Caronia (nel Messinese) nell’agosto del 2020. L’uomo, che non si è mai arreso all’archiviazione del caso a cui tutta la famiglia si era opposta, a gennaio aveva già messo in palio una cifra di 10mila euro a chiunque avesse fornito informazioni utili per la riapertura delle indagini. In pochi giorni, la raccolta firme lanciata sulla piattaforma ha già raccolto quasi 15mila adesioni. «Io da due anni – scrive Daniele Mondello – mi batto come un leone per trovare verità e giustizia. Il caso è stato chiuso, qualche mese dopo, come omicidio e suicidio. Ma non è così. Per questo sono qui a chiedere un aiuto: vorrei che il caso di Viviana e Gioele venisse riaperto». 

In effetti, sono ancora diversi i punti rimasti oscuri di questo giallo. A partire dai ritardi nelle ricerche per cui Daniele Mondello aveva già presentato un esposto. Adesso, l’uomo continua a proseguire nella che aveva promesso di portare avanti anche il giorno dei funerali della moglie e del figlio. A novembre, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Patti Eugenio Aliquò ha archiviato l’inchiesta come chiesto dal procuratore capo Angelo Cavallo. Secondo la procura, infatti, l’ipotesi più credibile è che Viviana si sia lanciata dal traliccio sotto cui è stata ritrovata. Un’azione che avrebbe compiuto dopo avere abbandonato l’auto in seguito all’incidente avvenuto in galleria lungo l’autostrada A20 Messina-Palermo con un furgoncino di tecnici della manutenzione autostradale

Stando ai risultati delle analisi e degli esami svolti dagli esperti nominati dai magistrati, Gioele sarebbe morto per un «evento traumatico». E, sulla base del certificato medico ritrovato nell’auto di Viviana che attesta paranoia e crisi mistiche, non si esclude nemmeno l’ipotesi di un omicidio-suicidio. Il marito di Viviana e padre del bambino si è sempre opposto a questa tesi convinto che la moglie non si sia uccisa. Una ricostruzione del tutto diversa, infatti, è quella emersa dal lavoro del criminologo Carmelo Lavorino, il consulente dei legali della famiglia Mondello. «Siamo sempre più convinti che la donna sia stata ammazzata da qualcuno che poi ha messo in atto una messinscena, spostando il suo corpo sotto il traliccio per creare un depistaggio».

Marta Silvestre

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