Una legge regionale sull’accoglienza dei migranti Proposta della rete di associazioni L’isola che c’è

Chi lo ha detto che il settore dell’immigrazione è tema di esclusiva competenza dello Stato? Nei giorni scorsi la rete di associazioni L’isola che c’è – che riunisce 50 realtà impegnate a migliorare la Sicilia senza grandi proclami – ha incontrato alcuni deputati regionali per discutere del tema e avanzare una bozza di proposta di legge da portare all’Assemblea regionale siciliana, in un’ottica di co-progettazione che è il marchio di fabbrica della rete. E nella consapevolezza che la fase più impegnativa non è quella degli sbarchi, ma tutto ciò che viene dopo e che mette in gioco l’integrazione quotidiana.

«La Regione – è la base di partenza del ragionamento – può legiferare nell’ambito dell’assistenza sociale, diritto allo studio e alla formazione, accesso
all’abitazione, accesso ai servizi sanitari, accesso al lavoro e alle professioni, diritti delle formazioni sociali,
accesso alle misure alternative alla detenzione». 

Da qui l’esigenza di dotarsi di un piano regionale per l’immigrazione, per dare le coordinate in tema di assistenza sanitaria con approccio interculturale, di istruzione, formazione professionale e inserimento lavorativo. Senza dimenticare le politiche d’inclusione sociale – si propone l’istituzione di un Centro regionale di prevenzione e contrasto delle discriminazioni – e quelle abitative, legate ad esempio alla riqualificazione socio economica e culturale di quelle comunità interessate da un crescente spopolamento. 

In generale 23 deputati dell’Ars hanno dato disponibilità alla rete L’isola che c’è di seguire il percorso di co-progettazione. Presenti all’ultimo incontro che si è tenuto a Siracusa, nella villa Reimann, erano presenti i Cinque stelle Stefano Zito e Nunzio Di Paola, mentre Claudio Fava e Giuseppe Lupo (Pd) hanno mandato un messaggio al gruppo di lavoro.


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