L'associazione nazionale Donne del Vino lavora da un anno all'iniziativa D-Vino, che ha l'obiettivo di portare tra i banchi di scuola l'esperienza vitivinicola. «Abbiamo scelto tre istituti dell'Isola. Il settore ha bisogno di figure professionali», dicono a MeridioNews
Un progetto per trasformare il vino in materia di studio «Raccontarlo dalla vigna fino a quando viene servito»
Si chiama D-Vino e ha l’obiettivo di portare lo studio del vino e del settore vitivinicolo tra i banchi di scuola. Il progetto è stato annunciato nell’ultima edizione di ViniMilo, la manifestazione enogastronomica alle pendici dell’Etna. L’associazione nazionale Donne del Vino – composta da sommelier, ristoratrici, giornaliste, enotecarie ed esperte del settore di tutta Italia – ha illustrato l’idea maturata circa otto mesi fa: presentare il vino in maniera didattica agli studenti degli istituti alberghieri e turistici. Con l’inizio di quest’anno scolastico, l’associazione sotto la guida della presidente Donatella Cinelli ha individuato tre responsabili per fare partire il progetto pilota in Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia. Per l’Isola, le 53 socie siciliane hanno scelto tre scuole: l’istituto Enrico Medi di Randazzo (in provincia di Catania), la scuola Ignazio Florio di Erice (nel Trapanese) e la scuola Di Vincenti di Bisacquino (in provincia di Palermo).
«Abbiamo parlato con i presidi per far partire l’iniziativa sperimentale – spiega a MeridioNews la responsabile per la Sicilia Roberta Urso – A insegnare la disciplina saremo noi di Donne del Vino, che trasferiremo agli studenti le nostre esperienze dirette nel settore. Cominceremo tra poche settimane, al momento, stiamo calendarizzando le lezioni: contiamo di finire il primo modulo già entro quest’anno». La materia è composta da cinque moduli in cui si partirà dalla storia del vino passando dallo studio delle etichette, fino alla terminologia e alla conoscenza delle vie del vino e dell’enoturismo. «Alla fine di ogni modulo faremo una degustazione – continua Urso – Per i minorenni sarà visivo-olfattiva: il vino deve saper essere presentato e raccontato anche in lingue diverse. Il percorso formativo – aggiunge – partirà dalla vigna e includerà la cantina. Gran parte delle lezioni saranno svolte in classe, dove oltre a raccontare quello che facciamo, illustreremo alcuni passaggi anche attraverso dei video: sarà un’esperienza a tutto tondo dove potremmo raccontare come nasce il vino, la sua produzione e la sua distribuzione».
D-Vino è stato presentato al G20 dell’agricoltura e a breve sarà illustrato in Senato e al ministero dell’Agricoltura. «Siamo soddisfatte dei traguardi raggiunti finora – prosegue Urso – Quello finale sarà fare in modo che, dal prossimo anno scolastico, possa esserci almeno una scuola per regione in cui ci sia questo insegnamento. Lo studio del vino a scuola è necessario – sottolinea la responsabile – nella nostra regione l’enoturismo è in crescita e, inoltre, un’adeguata conoscenza del vino è fondamentale anche per la ristorazione. Il settore ha bisogno di figure professionali ed è una lacuna enorme il fatto che gli istituti alberghieri e turistici non abbiano questa disciplina tra l’offerta formativa».
A Urso fa eco Valeria Lopis, una delle socie siciliane di Donne del vino che ha moderato il convegno in occasione della presentazione del progetto a ViniMilo. «Non è possibile che manchi la formazione per inserire professionalità nel settore – sottolinea Lopis – C’è sempre più una crescente esigenza di personale specializzato: soprattutto in Sicilia dove, tra la parte occidentale e quella orientale, passando dalle isole minori, non c’è una zona che non abbia una produzione d’eccellenza. Siamo soddisfatte che il progetto pilota sia stato accolto e che partiremo a breve».