Il suo nome era già stato fatto da Vittorio Sgarbi. Il nuovo ingresso nella giunta del presidente Nello Musumeci, è tra i più importanti archeologi siciliani e Soprintendente del Mare già col precedente governo Crocetta. La nomina ufficiale è arrivata oggi. «Prima cosa da fare? Adeguare il sistema museale siciliano a standard europei»
Tusa nominato assessore ai Beni culturali «Fare dei musei posti dove ci si diverte»
L’ex assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana, Vittorio Sgarbi, dimessosi dall’incarico dopo la elezione alla Camera dei deputati, lo aveva già indicato alla fine di marzo come suo sostituto. Da oggi è ufficiale, anche se il suo nome già da tempo era dato quasi per certo: Sebastiano Tusa è stato nominato dal presidente Nello Musumeci a ricoprire il ruolo lasciato vuoto in assessorato. Palermitano, 66 anni, figlio di archeologi, Tusa è laureato in Paletnologia e specializzato in Archeologia orientale. Dal 1993, è nell’amministrazione regionale siciliana dei beni culturali dove ha ricoperto vari incarichi dirigenziali. Attualmente, inoltre, il neo assessore è anche professore a contratto di Archeologia marina presso la Philipps Universitaet Marburg in Germania.
Da Soprintendente del Mare della Regione Siciliana, Tusa ha curato gli scavi a Pantelleria, in Iraq e in Pakistan, così come, più recentemente il recupero dei reperti della prima guerra punica dai fondali di Levanzo e la creazione di percorsi di diving turismo in Sicilia. Non solo studio e ricerca, anche impegno attivo in difesa del Mediterraneo: in prima linea contro il progetto del parco eolico a mare di fronte alla costa tra Gela e Licata, zona ricchissima di reperti archeologici, una battaglia vinta davanti al Tar.
«La vera priorità – aveva dichiarato a MeridioNews Tusa alla fine di maggio quando il suo nome era già stato fatto come sostituto di Sgarbi – è l’adeguamento del sistema museale siciliano agli standard europei. Ci basterebbe tenere bene quello che abbiamo. Altrove i musei e i parchi archeologici sono luoghi dove vanno tutti, non solo gli addetti ai lavori. Dobbiamo trasformare anche i nostri siti in posti dove la gente si diverte, posti che rispondono alle richieste di una platea diversificata».