Troppo dipendenti malati o ‘inidonei’: giro di vita del Comune di Palermo

Negli uffici del Comune di Palermo i dipendenti sono circa ventimila ma, a quanto pare, i malati sono tanti, tantissimi. Tanto che il Sindaco, Leoluca Orlando, ha disposto una serie di controlli a tappeto. Per verificare se tutte queste malattie sono il frutto dell’influenza che, in realtà, ha messo a letto mezza Italia o se si tratta, invece, di finti malati.

Oltre ai malati, negli uffici comunali si riscontrano tanti, forse troppi casi di inidoneità a svolgere particolari ruoli: gente che dovrebbe effettuare un lavoro, magari un po’ faticoso, o magari un po’ scomodo e risulta non idoneo.

Da qui il giro di vite dell’amministrazione comunale. Si legge, infatti, in un comunicato diramato da Palazzo delle Aquile, la sede del Comune di Palermo: “A seguito di numerosissimi casi di presentazione di certificati medici da parte dei lavoratori che farebbero presupporre condizioni di inidoneità degli stessi a svolgere le attività cui sono stati assegnati, l’amministrazione, segnatamente il Segretario Generale d’intesa con il Sindaco, ha disposto che sia fatta una verifica puntuale di tutti i casi, attraverso lo svolgimento delle previste visite presso le Commissioni mediche di verifica del Ministero dell’Economia, o presso i medici competenti dell’Asp (in questo caso l’Asp 6 ndr), con cui il Comune ha stipulato un’apposita convenzione”.

”Saranno i singoli dirigenti – prosegue la nota del Comune – che dovranno verificare, d’intesa con i lavoratori interessati, quale forma di verifica medica debba essere svolta, ma ciò che è certo è che le stesse visite saranno obbligatorie in diversi casi tra cui l’assenza assenza per malattia per un periodo superiore al limite massimo consentito dal contratto e condizioni fisiche che facciano presupporre una inidoneità permanente assoluta o relativa allo svolgimento di specifiche mansioni”.

”In ogni caso – si legge sempre nel comunicato stampa – questa la novità, non potrà più essere un semplice certificato rilasciato dal medico curante a determinare la dichiarazione di inidoneità, salvi ovviamente i casi di situazioni acute ed evidenti. Tutti i lavoratori che addurranno motivazioni di salute per non svolgere determinati compiti dovranno o, di propria volontà, chiedere la visita presso l’Asp, o, in caso di loro indisponibilità, essere obbligatoriamente inviati alla Commissione medica”.

”A rendere necessario il provvedimento – prosegue la nota del Comune di Palermo – il fatto che negli ultimi mesi, esattamente dal mese di settembre, un cospicuo numero di lavoratori oggetto di provvedimenti di assegnazione a nuovi incarichi, tra cui alcuni servizi di pulizia e servizi di cura di uffici e impianti, hanno appunto affermato di non poter svolgere tali compiti per inidoneità fisica”.

“E’ indispensabile – afferma il Sindaco Orlando – tutelare quei lavoratori e quelle lavoratrici che effettivamente hanno un motivo ostativo allo svolgimento di determinati compiti, ma altrettanto indispensabile è chiarire che la legge individua in modo molto preciso quali sono i lavori usuranti e quali quelli che non lo sono, individuando parametri e criteri netti per la valutazione dell’idoneità”.

Già nel mese di dicembre e nuovamente nei giorni scorsi, il settore risorse umane dell’Amministrazione ha diffuso a tutti i dirigenti e a tutti gli uffici delle circolari nelle quali sono indicate in modo chiaro le procedure da seguire e le conseguenze derivanti dall’inidoneità fisica. Nel caso in cui infatti un lavoratore risultasse effettivente non idoneo dovrebbe essere assegnato a mansioni inferiori, con il mantenimento del livello retributivo mediante un assegno ad personam da riassorbire con ogni successivo miglioramento economico, oppure, in caso di inidoneità assoluta, si dovrebbe procedere alla risoluzione del contratto di lavoro con la sola corresponsione, se dovuta, dell’indennità di preavviso”.

”Resta ovviamente fermo il fatto che, nel caso di accertate dichiarazioni false – conclude la nota del Comune – volte soltanto a non svolgere determinate mansioni ritenute non piacevoli, l’Amministrazione dovrebbe procedere secondo le previste procedure disciplinari”.

 


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