Tre anziani imprigionati in sgabuzzino, picchiati e rapinati  Portati via 50mila euro e gioielli preziosi. Quattro arresti

Sorpresi a lavorare nel piccolo orto della loro casa campagna, minacciati, picchiati, richiusi in uno sgabuzzino e rapinati. Vittime di questo episodio, avvenuto la mattina dello scorso 18 maggio a Recalmuto (in provincia di Agrigento) sono tre anziani fratelli, due uomini e una donna. Oggi i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Agrigento e del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Canicattì hanno arrestato quattro pregiudicati (due coppie di fratelli) di Palma di Montechiaro: A.M. (classe 1971), A.M. (classe 1973), E.M. (classe 1982) e C.M. (classe 1982). 

Tre di loro sono accusati di avere assaltato l’abitazione degli anziani (due ultrasettantenni e un ultraottantenne) e di averli costretti a lunghi minuti di terrore. «Ti rompo il collo», è una della minacce che si è sentita rivolgere la signora Maria mentre veniva malmenata e imprigionata nello sgabuzzino. Dalla casa, gli uomini erano riusciti a portare via 50mila euro in contanti, alcune monete antiche di pregio numismatico e rilevante valore economico e numerosi monili preziosi.

Già la mattina del fatto, durante il sopralluogo, i carabinieri avevano raccolto le prime tracce lasciate e avevano ricostruito che c’era anche un quarto uomo, un complice che li aspettava in auto lungo la strada. Sono stati poi alcuni cittadini a informare i militari che, nei giorni precedenti, in quelle campagne si aggirava una macchina (di cui qualcuno era riuscito ad annotare anche la targa) con a bordo quattro forestieri. I militari del nucleo investigativo di Agrigento e del Nor di Canicattì hanno accertato che a bordo dell’auto segnalata solitamente viaggiavano due coppie di fratelli (imparentate tra loro), composte da pericolosi pregiudicati palmesi con precedenti penali per delitti contro la persona e il patrimonio. Uno di loro, tra l’altro, su Facebook ha l’immagine del profilo con la scritta «il boss».

Importanti per le indagini sono state le immagini riprese dalle telecamere poste lungo il percorso compiuto in andata e ritorno da Palma di Montechiaro a Racalmuto, nelle prime ore del 18 maggio – primo giorno post lockdown – e le conversazioni nel corso delle quali gli indagati si vantavano di possedere ingenti somme di denaro contante da spendere. Nel corso delle perquisizioni domiciliari effettuate stamattina durante gli arresti, i militari hanno ritrovato parte della refurtiva. Ma le indagini a carico di questo gruppo criminale non sono concluse: quindici giorni fa, i carabinieri di Comitini hanno fermato questi quattro indagati mentre, a bordo della solita auto, si aggiravano in quelle contrade.


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