Rosario crocetta, candidato alla presidenza della regione siciliana, si prepara a mettere all'incasso i voti dei 'cattolici' (si fa per dire. . . ) dell'udc di casini, accoglie a braccia aperte i dirigenti del pd che si sono 'abbuffati' di corsi di formazione professionale, ma perde quei pochi dirigenti di un partito che fanno ancora politica nel territorio. A dire addio al pd e a crocetta è ninni terminelli, figura storica della sinistra palermitana, in politica dagli anni del ginnasio, tra i fondatori della rete di leoluca orlando nel 1990 e poi una lunga militanza nel pds, tra i ds e, infine, nel pd.
Terminelli via dal Pd: “E’ peggio della Dc”
Rosario Crocetta, candidato alla presidenza della Regione siciliana, si prepara a mettere all’incasso i voti dei ‘cattolici’ (si fa per dire…) dell’Udc di Casini, accoglie a braccia aperte i dirigenti del Pd che si sono ‘abbuffati’ di corsi di formazione professionale, ma perde quei pochi dirigenti di un Partito che fanno ancora politica nel territorio. A dire addio al Pd e a Crocetta è Ninni Terminelli, figura storica della sinistra palermitana, in politica dagli anni del Ginnasio, tra i fondatori della Rete di Leoluca Orlando nel 1990 e poi una lunga militanza nel Pds, tra i Ds e, infine, nel Pd.
Già segretario del Pd, ex segretario e capogruppo dei Ds in Consiglio comunale a Palermo, Terminelli lascia il partito inviando una lettera al segretario nazionale, Pier Luigi Bersani.
“Caro segretario – scrive Terminelli – il PD è stata la più grande delusione della storia del mio impegno politico. Scrivo questa lettera per comunicare le dimissioni da qualsiasi carica ricoperta nel partito e la mia decisione di lasciare il PD”.
“Il PD -si legge sempre nella lettera di Terminelli a Bersani – aveva il progetto di unire differenti culture politiche per costruire non un nuovo partito, ma un partito nuovo. Il risultato è che oggi non esistono più i partiti che diedero vita al PD e non esiste il PD. Il partito, e la Sicilia ne è un emblema drammatico, ha assunto la forma di una Spa. Una brutta e vecchia organizzazione di stampo feudale, ridotta a Palermo ad un coordinamento di comitati elettorali che, non a caso, hanno portato il PD ad un penoso e irrilevante 7 per cento contro il 23 per cento delle ultime europee e il 17 per cento delle ultime provinciali, quando ancora mi trovavo alla guida del partito palermitano”.
“Tutto questo avviene – scrive sempre Terminelli – nel silenzio di un partito nazionale, impegnato a governare un’innegabile complessità, ma che sempre di più ha abbandonato i territori a irrisolte beghe e divisioni che spesso logorano giorno per giorno i dirigenti, sottoponendoli, in disprezzo a qualsiasi regola politica e di partito e a volte perfino statutaria, ad un processo di lenta e graduale delegittimazione per arrivare alla loro fisiologica rinuncia, sotto i colpi di un correntismo da Prima Repubblica e da vecchia e brutta DC”.
“A Palermo – si legge sempre nella lettera – dove non si riesce più ad organizzare per veti incrociati nemmeno una Festa Democratica. Lo scorso maggio si è consumato uno scempio politico ed elettorale che ha sterminato un’intera classe dirigente locale, a cui non è seguito a distanza di mesi alcun intervento del gruppo dirigente nazionale, se non per tutelare i segretari in carica che hanno portato il partito al minimo storico, al di sotto delle percentuali che raggiungevano i Ds e la Margherita”.
“A tutto questo si aggiunge una nuova vigilia elettorale in Sicilia con un partito sganciato dalla sinistra, dal centrosinistra e dalla realtà della società siciliana e ad alleanze con Udc e nuovi poli che sconvolgono elettori già disorientati e stanchi. In queste condizioni è impossibile andare avanti! E a questo punto non intendo più dare il mio impegno e il mio tempo ad un partito diventato così sordo e lontano da tanti dirigenti che con dedizione e passione hanno dato i migliori anni della loro vita al partito”.
“Questa opinione cresce nei territori e attraversa tanti iscritti che si sentono delusi e traditi. Sottovalutare questo fenomeno dilagante – conclude Terminelli – è un errore grave e una colpa storica. Io dico basta e mi fermo qui affidando alle forme del movimentismo la prosecuzione del mio impegno politico”.
Fin qui la lettera a Bersani. Poi una dichiarazione affidata a un comunicato stampa. Terminelli annuncia che si impegnerà per la crescita del Movimento ‘Prospettiva Politica’, fondato lo scorso giugno a Palermo per unire la sinistra e che si colloca nell’area politica di una nuova sinistra auspicata in Sicilia e in Italia.
“Lascio un PD – aggiunge – che è diventato una nuova DC, vale a dire un partito ancorato a valori centristi di quella tradizione. Ho rispetto per quella grande storia, ma non è la mia. Questo partito che sempre più abbandona i suoi dirigenti nei territori, ha tradito la nostra storia, schiacciata da un’egemonia culturale moderata che lo porta oggi ad investire su alleanze numeriche con Udc e nuovi poli, a cui non mi sento di assistere un minuto di più”.
“Rivolgo un saluto – dice ancora Terminelli – e un ringraziamento a tutti quei compagni con cui in questi anni ho condiviso battaglie comuni, a cominciare dall’indimenticabile segretario, Piero Fassino. Io continuerò a cercare una sinistra che oggi non esiste più nel PD e che costituisce la ragione, dagli anni ’90 del mio impegno in politica”.
“Il mio impegno politico – precisa – va avanti verso nuove sfide con coerenza. Non faccio alcun cambio di casacca, ma mi dedicherò con umiltà e determinazione a rendere ‘Prospettiva Politica’, uno spazio aperto e di aggregazione per i tanti delusi che oggi vivono con disincanto e distacco la politica e che si sentono orfani di luoghi di discussione a cui prendere parte”.
Seguono Terminelli nella sua scelta iscritti, elettori e simpatizzanti del PD.
Nei prossimi giorni il Coordinamento del Movimento Prospettiva Politica ufficializzera’ la sua linea politica rispetto alle elezioni regionali di ottobre.