«Se questo è il “rigido protocollo di legalità” tanto sbandierato da Bianco all’indomani dell’approvazione in consiglio del Pua siamo messi proprio male». Le reazioni alla notizia, pubblicata da MeridioNews, dell’intercettazione tra Enzo Bianco e Mario Ciancio non si fermano. E dopo Catania bene comune e il comitato No Pua la richiesta di dimissioni del primo cittadino arriva anche dai rappresentanti siciliani del MoVimento 5 stelle al completo. Dalla deputazione all’Ars passando per il senato e la Camera. «Il sindaco prenda atto del proprio fallimento e dell’impossibilità di nascondere l’imbarazzante rapporto con un indagato – continuano i pentastellati – Visto che a pagare il prezzo della sua campagna elettorale sono, in un modo o nell’altro, i cittadini. Si dimetta».
La conversazione tra l’attuale primo cittadino, all’epoca – era il 18 aprile 2013 – candidato, è avvenuta all’indomani dell’approvazione in consiglio comunale del Piano urbanistico attuativo variante Catania Sud. Un investimento da circa 300 milioni di euro sulla zona della Playa, dove si dovrebbero realizzare un centro polifunzionale con alberghi, sale congressi, campi da golf, parco divertimento e un grande acquario. L’unico progetto è stato presentato dalla società Stella polare, una ditta avviata nel 2005 da tre soci: il veronese Renzo Bissoli e i catanesi Salvatore Modica e Francesco Strano. Tutti e tre già noti agli inquirenti. Sugli interessi di Cosa nostra nel piano della Playa MeridioNews ha pubblicato ieri un approfondimento.
Dell’affaire Pua «il M5s si occupa da tempo per denunciare le irregolarità che hanno accompagnato tutto l’iter della sua approvazione. Sulla vicenda sono state presentate pure una mozione all’Ars e una interrogazione al Senato», ricordano i cittadini pentastellati. E, in merito al colloquio telefonico intercettato dagli investigatori, continuano: «Tutto ciò è gravissimo – affermano – soprattutto alla luce dei noti fatti dell’Empire e delle rivelazioni della procura sulla ditta Stella Polare srl, che denuncia apertamente gli interessi e la presunta infiltrazione di Cosa nostra catanese. Catania non merita tutto questo. Per Bianco il tempo è scaduto, lo pretendono l’orgoglio e la dignità di una città che ha perso la pazienza di aspettare di essere amministrata in maniera trasparente ed onesta»
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