Spending review alla siciliana: mi tegnu i piccioli e minni futtu. Le proteste dei grilini che annunciano battaglia

COM’ERA INEVITABILE, CON RICCARDO SAVONA SULLA PLANCIA DI COMANDO, LA COMMISSIONE ‘SPECIALE’ DELL’ARS CHE DOVREBBE TAGLIARE LE INDENNITA’ DEI DEPUTATI SI PRESENTA CON UNA SCENEGGIATA NAPOLETANA…LE PRECISAZIONI DEL PRESIDENTE DELL’ARS, ARDIZZONE

Lo confessiamo: restiamo ogni giorno più stupiti nel constatare il non-essere, ogni giorno più macroscopico, dell’Assemblea regionale siciliana. Oggi, in fondo, siamo a metà settimana. Bene. Ieri sera, dopo aver discusso per due giorni del nulla mescolato col niente, la presidenza dell’Ars ha aggiornato la seduta a martedì 8 ottobre. Di fatto, la prima settimana del mese è volata via con un nulla di fatto.

Certo, il Governo degli affari mescolato col nulla di Rosario Crocetta, alla ricerca di una maggioranza in Aula (la ‘compravendita’ del consenso è in corso, con i deputati che offrono’ propri ‘favori’: altro che buttanesimo di marca berlusconiana…) paralizza il Parlamento siciliano. Che, però, si crogiola nella paralisi.

Sempre ieri, tanto per restare in tema, si è parlato dei tagli ai parlamentari e al personale dell’Ars. Per risparmiare, alla fine, una trentina di milioni di euro. Tagli lineari del 20 per cento. Ovviamente annunciati. Con la promessa che il testo verrà ‘migliorato’. Da chi? Dal nuovo presidente della Commissione speciale per la spending review, onorevole Riccardo Savona. Sul quale ha ironizzato il parlamentare nazionale del PD e leader dei renziani siciliani, Davide Faraone: “La volpe a guardia del pollaio…”.

Ancora più espliciti i parlamentari del Movimento 5 Stelle, gli unici, fino ad ora, che si sono drasticamente ridotta l’indennità: “Se la risposta della Commissione all’elezione del suo presidente è stato Savona – scrivono in un comunicato i deputati grillini dell’Ars – era facile immaginarsi il resto. E il resto, infatti, è stata una farsa. A parte l’eliminazione dell’assegno di solidarietà, nel disegno di legge esitato dalla Commissione speciale non c’è traccia di alcuno dei principi del decreto Monti. Il nostro secco no era pertanto scontato e conseguenziale”.

Insomma, il Movimento 5 Stelle prende le distanze con sdegno dalle decisioni della Commissione per la spending review. “Una commissione – dicono i deputati del Movimento 5 Stelle – che di speciale ha avuto solo la durata, ma che per il resto si è mossa nel solco dei comportamenti perpetrati per lustri in questo ‘Palazzo’. Si doveva usare l’accetta e si è ricorso al tagliaunghie, con tagli minimi che lasciano nell’Isola gli stipendi più consistenti di tutte le altre regioni d’Italia e che faranno additare la Sicilia ancora una volta come modello da evitare”.

“Questa commissione – continuano i deputati – è stata una sorta di fiera dell’equilibrismo, in cui si è cercato di salvare gli stipendi e la faccia. Nel primo caso ci si è riusciti, nel secondo molto meno e la gente deve saperlo. Noi qui dentro siamo per perseguire gli interessi dei cittadini e della politica. Molto spesso, invece, dobbiamo constatare che viene perseguita solo la politica dell’interesse. E quello di oggi è un esempio evidente. Comunque non finisce qui. In aula daremo battaglia”.

Ammette lo stesso presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: “È apprezzabile il contenimento della spesa previsto dal ddl approvato dalla commissione spending review, ma non posso non rilevare che il disegno di legge esitato è diverso da quello sul quale per mesi si sono soffermati i commissari”.

“In aula – aggiunge – il disegno di legge è certamente migliorabile affinché risponda alle aspettative dei siciliani e sia in linea con i parametri previsti dal decreto Monti”.

Sarà…

 

 

 

 


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