Sopresa: ora anche Pid e Pdl vogliono Musumeci

In queste ore sui giornali on line dell’Isola impazzano le dichiarazioni di alcuni esponenti del centrodestra siciliano che ‘inneggiano’ alla candidatura di Nello Musumeci alla Presidenza della Regione siciliana.

La cosa strana, molto strana, è che a unirsi a questa ‘festa’ sono anche gli esponenti di due Partiti – il Pid e il Pdl – che fino a ieri sera erano gli sponsor ufficiali della candidatura di Roberto Lagalla, Rettore dell’Università di Palermo. (nella foto, a sinistra, l’ambasciatore di Pid e Pdl che si reca da Lombardo e Miccichè:foto tratta da icittadiniprimaditutto.wordpress.com) 

Il più svelto a cambiare casacca e candidato è stato Saverio Romano,leader del Pid, proprio il Partito che ha tirato fuori la candidatura del Rettore dell’Università del capoluogo siciliano. Onorevole Romano, come mai ha cambiato opinione? E’ passato, per caso, da Damasco?

Che dire di Francesco Scoma, iperparlamentare del Pdl, vicino ad Angelino Alfano, già coordinatore del Pdl in provincia di Palermo. Anche Scoma, adesso, con una sfacciataggine pari alla sua faccia bi bronzo, dice che con “Musumeci si vince”.  

 

E’ evidente che Pid e Pdl – che ieri sera erano rimasti con il cerino tra le mani – stanno cercando di non bruciarsi.

Bisognerà capire cosa faranno adesso i veri vincitori di questo passaggio politico: Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud, Raffaele Lombardo, leader dell’Mpa e lo stesso Nello Musumeci, leader de La Destra in Sicilia.

Le strategia potrebbe essere due: non fare ‘prigionieri politici’ o adottare il metodo di Giulio Cesare.

La prima opzione – non fare prigionieri politici – potrebbe essere quella di aspettare che Romano, Scoma, Cascio, Castiglione e Alfano, con il capo cosparso di cenere, si ‘inchinino al cospetto di Miccichè, Lombardo e Musumeci che, poi, li sbatterebbero comunque fuori dicendogli: andate a farvi l’inverno dove vi siete fatti l’estate. Soluzione interessante, ma che noi ci sentiamo di scartare.

La seconda opzione – metodo Giulio Cesare – sembra invece la più probabile. Con qualche opportuna correzione. Il grande condottiero romano, è noto, non amava infierire sui nemici battuti: al contrario, li intruppava tra i suoi nuovi amici. Nominandoli, in certi casi, governatori.

Certo, il caso di oggi è, contemporaneamente, uguale e diverso. Il Pid e il Pdl escono seccamente sconfitti dallo scontro con il duo Miccichè-Lombardo. Già sarà durissimo per i vari Castiglione, Scoma, Cascio, Alfano, Romano andarsi a inchinare al cospetto di chi – Lombardo – li ha di fatto trattati a pesci in faccia negli ultimi quattro anni. 

Certo, avrebbero fatto una ben diversa figura – e comunque alcuni di loro sono ancora in tempo per pensarci, magari rispolverando un po’ di dignità politica (mettiamola così) – provando a dare battaglia: candidando lo stesso Lagalla invece di ritirarsi come tanti conigli. Anche se, come diceva il Manzoni, uno se il coraggio non ce l’ha non se lo può dare… 

In ogni caso, Lombardo Miccichè e lo stesso Musumeci sanno che i ‘capi’ del Pid e, soprattutto, del Pdl, oggi, vanno a Canossa in primo luogo per non restare fuori; in secondo luogo per cercare di erodere dall’interno la candidatura e la figura di Musumeci. 

Verranno intruppati e tenuti a distanza con le canne? Non lo sappiamo.

Giusto, insomma, in questa fase, rifarsi a Giulio Cesare. Non dimenticando, però, che, a un certo punto, lo stesso Cesare venne fatto fuori da chi poi, di fatto, utilizzò a piene mani la sua “soluzione imperiale”…


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