Sondaggio elezioni, Orlando al 40%

Il sondaggio corre lungo le sofisticate tecnologie dei telefoni cellulari. Sono numeri ‘pesanti’ che avrebbero creato non poche apprensioni sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra di Palermo. Il tema, ovviamente, è quello delle elezioni del sindaco del capoluogo siciliano. Stando a indiscrezioni, ancora tutte da confermare, in testa ci sarebbe Leoluca Orlando con il 40% dei consensi. Al secondo posto si piazzerebbe Massimo Costa, il giovane candidato del centrodestra (Pdl, Udc, Grande Sud). Più giù ‘navigherebbero’, annaspando un po’ nell’ordine, Fabrizio Ferrandelli, Alessandro Aricò (Mpa-Fli) e Marianna Caronia (Pid). Il sondaggio, tenuto rigorosamente nascosto da tutti i protagonisti della campagna elettorale, (nessuno avrebbe interesse a tirarlo fuori) avrebbe lasciato l’amaro in bocca ai vertici del Pdl e, soprattutto, del Pd di Palermo.
Il Pdl, con Costa, si aspetterebbe molto di più del 30%, visto che ad appoggiarlo sono tre partiti piuttosto radicati come lo stesso Pdl, l’Udc e Grande Sud. Ma l’amarezza maggiore si registrerebbe nel Pd, e segnatamente, nell’area che fa capo ad Antonello Cracolici e al parlamentare nazionale Beppe Lumia. Il loro candidato, Ferrandelli, nelle loro ‘teste’ dovrebbe ‘camminare’ un po’ più forte. Invece-stando sempre a questo sondaggio- il candidato del Pd e dei poli civici arrancherebbe un po’.
Evidente che la discesa in campo di Orlando, come candidato sindaco di Palermo, ha scompaginato tutti i giochi che per mesi i big del centrodestra e del centrosinistra cittadino avevano messo a punto. Proprio perché Orlando, con la sua nota capacità di raccogliere voti trasversalmente, starebbe mettendo in seria difficoltà un po’ tutti gli schieramenti. Stando sempre a indiscrezioni, interi nuclei ‘cammellati’ (un nucleo cammellato contempla due o più truppe cammellate) starebbero valutando la possibilità di abbandonare sia il centrodestra che il centrosinistra, per passare armi e bagagli, con Orlando. Cosa, questa, che indispettisce sia i vertici del Pd che quelli del Pdl. A prenderla con più filosofia sarebbero l’Udc e Grande Sud, che da questi movimenti sperano almeno di salvare le proprie liste (con la nuova legge elettorale non c’è più il trascinamento delle liste, e un elettore può votare, ad esempio, Orlando sindaco e Udc e Grande Sud per il consiglio comunale).
Non solo. La candidatura di Orlando riapre antiche ferite all’interno di Pdl e Pd. Nel Pdl, non tutti avrebbe digerito il duetto tra il numero uno del partito, Angelino Alfano e il presidente dell’Ars, Francesco Cascio. I quali giocando di sponda hanno messo fuori gioco gli altri big palermtani. Ai quali questa partita che li vede nelle retrovie o addirittura in panchina, non piace proprio.
Non va meglio nel Pd. Dove Cracolici e Lumia, da tre anni a questa parte dettano legge. Alla Regione e a Palermo. Alla Regione hanno fatto man bassa- per la loro presenza nel governo Lombardo- di posti di sottogoverno. Facendo pesare su Palermo lo strapotere che esercitano su alcuni ‘gangli’ dell’amministrazione regionale. Contro di loro non ci sono soltanto quelli che vorrebbero sedersi al tavolo del governo con loro (rimasti a bocca asciutta), ma anche quelli che sono contrari alla presenza del Pd nella giunta regionale. Da qui le difficoltà di Cracolici, Lumi e del loro pupillo.


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