La più giovane vittima del coronavirus in Sicilia è la 51enne siracusana Silvana Ruggeri, funzionaria nell'ufficio del personale del sito archeologico aretuseo. Tutti gli impiegati sono in isolamento e i siti che fanno capo al parco sono stati sanificati
Siracusa, il museo Paolo Orsi dopo i due decessi «Altri hanno sintomi, ma non c’è nessun focolaio»
«Non c’è nessun focolaio sanitario legato al museo Paolo Orsi di Siracusa». Lo dice e lo ripete la direttrice della Galleria Bellomo Rita Insolia che adesso ha anche la delega per il museo archeologico regionale nel capoluogo aretuseo. Al momento è passato a lei il ruolo che è stato di Calogero Rizzuto, il presidente del parco archeologico di Siracusa deceduto lo scorso 23 marzo all’ospedale Umberto I dopo essere risultato positivo al Covid-19. È di ieri poi la notizia della morte di Silvana Ruggeri. Funzionaria del museo Paolo Orsi e collaboratrice dell’architetto Rizzuto, con i suoi 51 anni è la vittima più giovane del coronavirus in Sicilia. C’è poi un terzo caso: un altro dipendente risultato positivo che si trova ricoverato nell’ospedale di Siracusa. Le sue condizioni di salute sembrerebbero già in fase di miglioramento.
Che tra i tre ci siano stati dei contatti lavorativi sembra assodato. Stando a quanto appreso da MeridioNews, Ruggeri (così come il terzo contagiato) lavorava nell’ufficio del personale che si trova in un’altra sede fisica rispetto al museo, dove invece aveva lo studio Rizzuto. Quest’ultimo sarebbe andato a lavoro per l’ultima volta venerdì 28 febbraio. «Da 14 giorni tutti i dipendenti sono in isolamento preventivo come disposto dall’Asp – precisa Insolia – So che alcuni colleghi hanno manifestato dei sintomi e sono in contatto con gli ospedali di riferimento (di Catania e di Siracusa, ndr), la situazione è sotto controllo».
La disposizione dell’Asp prevede che il polo resti chiuso fino al prossimo 31 marzo. «Abbiamo deciso comunque di non rientrare dallo smart working – afferma la direttrice – fino alla fine dell’emergenza o fino a nuove disposizioni». Intanto due sanificazioni – l’ultima lo scorso lunedì – sono state fatte non solo nei locali del museo Paolo Orsi, ma anche in tutte le strutture dei siti che fanno capo al parco aretuseo: parco archeologico della Neapolis, teatro greco di Palazzolo Acreide, palazzo Cappellani e Villa romana del Tellaro.
«Rimane l’atroce dubbio che se il tampone si fosse fatto per tempo si sarebbero evitati due decessi, ma a questi dubbi adesso dovrà rispondere la magistratura», dice il deputato regionale Emanuele Dipasquale. Era stato lui, il 14 marzo, a presentare una denuncia per i «gravi ritardi» per l’esito dei tamponi di Rizzuto. Da quell’esposto la procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta contro ignoti e senza ipotesi di reato.
Le sigle sindacali sollevano il tema degli altri dipendenti del Paolo Orsi. «I custodi non sono carne da macello», denunciano il segretario generale della Ust Cisl Vera Carasi e il segretario generale della Fp Cisl territoriale Daniele Passanisi. La richiesta è di sospendere anche le attività di chi si occupa di guardiania pensando ad altre forme di sorveglianza. «Serve un provvedimento che tuteli la salute di questi lavoratori e delle loro famiglie – aggiungono – Controlli, tampone e quarantena garantita per scongiurare qualsiasi complicazione. Non possiamo più concederci errori», concludono.