L'assessore ai Beni culturali, nel corso di una trasmissione televisiva, ha dichiarato che il magistrato avrebbe beneficiato delle minacce di Totò Riina e a riprova di ciò ha sottolineato che il pm è ancora vivo. Dura la replica di Cancelleri: «Il presidente della Regione scelga se stare con chi infanga la storia di questa terra»
Sgarbi attacca Di Matteo: «Non è eroe antimafia» M5s chiede le dimissioni: «Musumeci lo cacci via»
A sei giorni dalla nascita del governo, arriva la prima richiesta di dimissioni per uno degli assessori di Musumeci. Si tratta di Vittorio Sgarbi, che nel corso della trasmissione televisiva Agorà, parlando del magistrato Nino Di Matteo, ha dichiarato che il pm avrebbe cavalcato l’onda mediatica derivante dalla diffusione delle frasi pronunciate in carcere da Totò Riina, quando il boss lo minacciò di morte. «Di Matteo non è un martire, tanto è vero che Riina è morto e lui è stravivo», ha detto Sgarbi. Sottolineando di non accettare che alcun «magistrato, tranne Falcone e Borsellino, venga indicato come eroe senza che lo sia».
E se il diretto interessato all’agenzia AdnKronos si è limitato a dire di non volere «replicare a questo signore che, per affermazioni dal contenuto molto simile, è già stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata miei miei confronti», a chiedere una presa di posizione da parte del nuovo presidente della Regione è il Movimento 5 stelle. «Le parole di Sgarbi sono inaccettabili, Musumeci prenda le distanze da questa vergogna, gli ritiri le deleghe e lo mandi via, a questo punto è inaccettabile anche la sua presenza come assessore della Regione», si legge in una nota del deputato pentastellato Giancarlo Cancelleri. Che poi ha aggiunto: «Musumeci scelga con chi stare, con Di Matteo e la lotta alla mafia e chi oggi rappresenta la migliore presenza dello Stato, o con Sgarbi e chi infanga e offende la storia degli eroi antimafia di questa terra».