Sequestrati 10,8 milioni di euro a Marcello Dell’Utri. Per l’ex senatore palermitano di Forza Italia il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari di Firenze su richiesta della procura distrettuale antimafia di Firenze. Secondo l’accusa, Dell’Utri – in quanto condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso – avrebbe dovuto comunicare […]
Sequestrati oltre 10 milioni di euro all’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri
Sequestrati 10,8 milioni di euro a Marcello Dell’Utri. Per l’ex senatore palermitano di Forza Italia il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari di Firenze su richiesta della procura distrettuale antimafia di Firenze.
Secondo l’accusa, Dell’Utri – in quanto condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso – avrebbe dovuto comunicare le variazioni del reddito per un ammontare di oltre 42 milioni e mezzo di euro. Cosa che, però, non lo avrebbe fatto. Come è invece previsto dalla legge Rognoni-La Torre. Da qui sarebbe scattato il sequestro preventivo per l’ex politico.
Nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze sui flussi finanziari e patrimoniali verso Marcello Dell’Utri si ipotizza che una parte del denaro provenisse dal patrimonio di Silvio Berlusconi, sia quando era in vita sia dopo la morte. L’investigazione contabile e patrimoniale sulle disponibilità di Dell’Utri è stata fatta risalendo nel tempo, ma terrebbe conto anche di movimenti di denaro più recenti.
«Non posso che esprimere la mia più profonda amarezza e indignazione leggendo le calunnie che continuano a essere diffuse ai danni del presidente Silvio Berlusconi». Così Giorgio Perroni, storico avvocato difensore di Silvio Berlusconi, in una nota. «Riemerge la fantomatica tesi sostenuta dalla procura fiorentina secondo cui la generosità dimostrata verso Dell’Utri costituisce il “prezzo che il Presidente avrebbe pagato per il suo silenzio“. Ed è inconcepibile – sottolinea il legale – che si sfrutti la notizia di un sequestro che si fonda sul presupposto (vero o falso che sia) che Dell’Utri non avrebbe comunicato variazioni del proprio stato patrimoniale come, invece, avrebbe dovuto».