Senza soldi non si canta messa

Nell’impugnativa del commissario dello Stato un dato salta subito agli occhi: il “no” a una legge controversa, come ha fatto notare subito, ieri sera, il responsabile dell’Area metropolitana della Csl, Paolo Montera, non riguarda il ‘merito’ del provvedimento legislativo (e cioè le assunzioni nella pubblica amministrazione che, in Sicilia, continuano ed essere riproposte o per ‘chiamata diretta’ della politica, o sulla base di discutibili ‘selezioni’), ma il ‘metodo’. Il commissario dello Stato, detto in parole semplici, contesta la mancata copertura finanziaria dei provvedimenti. In pratica, sembra dire commissario, “senza soldi non si canta messa”.
Il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, infatti, ha impugnato sette articoli della legge sulla stabilizzazione dei precari, approvata all’Ars il 22 dicembre scorso. La motivazione, appunto, è la mancata copertura finanziaria. Secondo gli uffici del commissario, la legge violerebbe gli articoli 1 (comma 1 e 2), 2, 3, 4, 5 e 7, l’articolo 81 della Costituzione, cioè l’articolo che impone l’individuazione della copertura finanziaria. Si tratta, sottolinea l’ufficio del commissario, della “garanzia costituzionale della responsabilità politica correlata ad ogni autorizzazione legislativa di spesa”.
Il “no” del commissario è arrivato anche per il comma 9 (il trasferimento diretto nelle ‘tasche’ dei dirigenti del 50 per cento dei compensi relativi gli incarichi aggiuntivi). Niente da fare anche per l’articolo 8 della legge (i contratti a tempo determinato per i dipendenti dei consorzi di bonifica che hanno svolto funzioni amministrative).
I nostri lettori che desiderano approfondire la parte giuridica hanno a disposizione, in altra parte del nostro giornale, il testo integrale dell’impugnativa. In questa sede va evidenziata la sottolineatura dell’ufficio del commissario, che non crede alla tesi della politica siciliana, trasferita nella legge ora impugnata, in base alla quale i soldi per finanziare questa ‘operazione’ verrebbero trovati dalle progressive riduzioni del personale regionale e dai pensionamenti degli stessi dipendenti.
La ‘scure’ del commissario dello Stato si è abbattuta anche sugli articoli 5 e 7 della legge regionale. Un “no” che, di fatto, blocca anche le proroghe per i precari storici dell’ex Agenzia acqua e rifiuti, dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, della Protezione civile e dei Consorzi di bonifica. Anche in questo caso, il problema sollevato dall’ufficio del commissario è di ordine finanziario. In pratica, su questo versante andrebbe in scena una sorta di gioco delle tre carte: soldi che compaiono di qua e spariscono di là…

 


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Nell’impugnativa del commissario dello stato un dato salta subito agli occhi: il “no” a una legge controversa, come ha fatto notare subito, ieri sera, il responsabile dell’area metropolitana della csl, paolo montera, non riguarda il ‘merito’ del provvedimento legislativo (e cioè le assunzioni nella pubblica amministrazione che, in sicilia, continuano ed essere riproposte o per ‘chiamata diretta’ della politica, o sulla base di discutibili ‘selezioni’), ma il ‘metodo’. Il commissario dello stato, detto in parole semplici, contesta la mancata copertura finanziaria dei provvedimenti. In pratica, sembra dire commissario, “senza soldi non si canta messa”.

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