Parte anche a Catania il progetto Scintilla della fondazione Mission Bambini: una rete di centri educativi per l’infanzia, le Stelle, dedicati a oltre 200 bambini dagli zero ai sei anni e le loro famiglie che vivono in contesti di povertà educativa e fragilità socio-economica. A livello nazionale, il progetto prende il via con quattro Stelle, di cui una nel quartiere Librino del capoluogo etneo e in collaborazione con lo spazio gioco dell’associazione Talità Kum.
«Scintilla è una rete di nidi e scuole dell’infanzia che – ha spiegato la direttrice di Mission Bambini Sara Modena – proprio in contesti caratterizzati da forte povertà educativa ed economica, danno vita a una costellazione di aiuti che illumina il futuro dei bambini, sostenendo le famiglie e creando un sistema di supporto nella comunità in cui vivono». Oltre che Catania, il progetto interessa anche Sesto San Giovanni (Milano), Bari e Napoli. L’obiettivo è accogliere bambini che vivono in situazioni socio-economiche difficili e, per quelli provenienti dalle famiglie più indigenti, garantire l’accesso ai servizi con tariffe agevolate o, in casi particolari, anche gratuitamente.
A Catania Scintilla apre le sue porte tutte le mattine e accoglie circa 50 bambini dai 12 mesi ai 5 anni, nel pomeriggio vengono organizzati laboratori extrascolastici, tra cui anche quelli di logopedia. Alcuni bambini hanno disturbi del comportamento o forme lievi di autismo: a loro sono dedicate attività specifiche. I genitori sono coinvolti in attività con i propri figli, ma hanno anche a disposizione momenti di formazione di gruppo e individuali per acquisire gli strumenti necessari ad accompagnare al meglio i più piccoli: laboratori, consulenza e supporto psicologico, anche personalizzati.
Ogni Stella ha la possibilità di istituire un fondo per supportare le famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta. L’accesso al fondo è regolato dalla presenza di parametri oggettivi sulla situazione socio-economica delle famiglie: la Stella di Catania lavora in stretta collaborazione con una rete di enti del territorio per intercettare e supportare le cosiddette «famiglie invisibili», quelle che non sono a carico dei servizi sociali ma che attraversano periodi di difficoltà. L’accesso al fondo si basa sulla disponibilità a partecipare attivamente a percorsi psico-pedagogici di supporto alla genitorialità: l’obiettivo principale è infatti rafforzare il ruolo educativo delle famiglie, portandole a diventare parte integrante delle comunità educative.
I membri dell’equipe delle Stelle ricevono una specifica formazione: per gli educatori prendono il via percorsi sui temi pisco-pedagogici legati all’infanzia, anche grazie all’utilizzo di una piattaforma online creata ad hoc con contenuti multimediali, dispense e ricerche. Al fine di mettere a punto un modello di intervento e aumentare l’impatto sociale generato, è previsto un sistema di monitoraggio comune alle Stelle, incentrato su percorsi educativi dei bambini e delle famiglie. Viene inoltre individuato un manager di sostenibilità, con il compito di migliorare la sostenibilità economica e diversificare le fonti di finanziamento, e un operatore di prossimità e accoglienza, a cui spetta il compito di creare la comunità educante, rete territoriale di enti e servizi per una presa in carico globale della famiglia e del bambino.
Il Consiglio Europeo ha sottolineato che ogni Paese deve garantire l’accesso ai servizi per l’infanzia ad almeno il 33 per cento dei bambini nella fascia 0-3 anni. In Italia la percentuale è del 26,9 per cento, mancano 100mila posti per raggiungere l’obiettivo e si assiste a una grande disparità tra le aree geografiche: a fronte di un centro-nord che con il 32 per cento che ha quasi raggiunto l’obiettivo, al sud la percentuale scende al 13,5 per cento e il servizio è garantito in meno della metà dei comuni (47,6 per cento); inoltre nei comuni periferici, i posti a disposizione sono 17,8 per cento. Nel Comune di Catania la percentuale è del 6,8 per cento.
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